COVACCIO s.m.

0.1 a: covaccio; f: covacci, covaccio.

0.2 Da covo 1.

0.3 a Lucano volg., 1330/1340 (prat.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Per l'identificazione e la datazione del testo cit. nell'es. [4], assente nella tavola delle abbreviature del TB, cfr. Ragazzi, Aggiunte, § XIV.

0.7 1 Luogo in cui si ripara un animale.

0.8 Giulio Vaccaro 26.05.2015.

1 Luogo in cui si ripara un animale.

[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IV [Phars., IV, 402-464], pag. 67.12: lo cacciatore insino a tanto ch'elgli racchiuda gli paurosi cerbi tementi l'aria dell'odorata penna, [[...]] non lascia andare per la selva alcuno cane, se non quello che truova l'orme col fermo passo e no abbaia perché truovi la preda, e sta contento a mostrare lo covaccio con la tremante coda.

[2] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. XVII, cap. 15, pag. 693.74: pertanto si puote dire che egli fusse coronato di covacci di leoni. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] f Esopo versif., XIV (tosc.), [1].72, pag. 110: timido, tristo, fredo a modo che ghiaccio / dimora nel suo misero covaccio. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] f Bibbia volg., XIV, Is 65: E li campi saranno la stalla del gregge, e la valle d'Acor sarae covaccio e letto degli armenti. || TB s.v. covaccio. L'ed. inclusa nel corpus legge «[10] E li campi saranno la casa delle greggie, e la valle di Acor sarà ridotto delli armenti», cfr. Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 65, vol. 6, pag. 626.

[u.r. 30.11.2020]