LATEBRA s.f.

0.1 latebra, latebre.

0.2 Lat. latebra (DEI s.v. latebra).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Luogo segreto e nascosto, difficile da raggiungere, gen. usato per trovare rifugio e protezione; tana. 1.1 Parte più intima e profonda. 2 Fig. Zona della conoscenza cui l'intelletto non riesce a giungere; arcano.

0.8 Cosimo Burgassi 11.12.2014.

1 Luogo segreto e nascosto, difficile da raggiungere, gen. usato per trovare rifugio e protezione; tana.

[1] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [IX.20], vol. 6, pag. 366.27: Q. Marcio andò nelli Liguri Apuani, li quali mentre che esso litigava nelli remoti salti, li quali sempre furono loro latebre e ricettaculi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 419.12: E costui [[scil. fra Dolcino]] fugiva ne li monti de Novara, li quali aveano latebre assai e periculose...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XIII (i), par. 7, pag. 604.34: Hanno le fiere salvatiche i luoghi lavorati ed espediti in odio [[...]] né gli truovano atti alle loro latebre, né sicuri come le selve...

[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 31.5, pag. 32: Che latebra, che fuga vai cercando / di drieto a me, al qual tu obbligasti / la fede tua...

[5] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 28.103, pag. 278: Chi non è matto mira ogne latebra / nelle cose aspre e forte, ed al venire / più aspr'è ch'al principio la palpèbra. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 Parte più intima e profonda.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 343.27: Poi, le latebre dell'anima, il petto apre colla spada...

2 Fig. Zona della conoscenza cui l'intelletto non riesce a giungere; arcano.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.67, vol. 3, pag. 316: Assai t'è mo aperta la latebra / che t'ascondeva la giustizia viva, / di che facei question cotanto crebra...