PATENA s.f.

0.1 patena, patene, pateni, pathena.

0.2 Lat. patena (DELI 2 s.v. patena). || L'accentazione piana, contro la sdrucciola etimologica (lat. patĕna), potrebbe dipendere dall'allineamento con i nomi in -èna (Nocentini s.v. patena) o dal francese patène (DELI 2).

0.3 Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.); Doc. sen., 1325; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: San Brendano ven., XIV.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Accento prob. patèna (non ci sono elementi per supporre un'accentazione diversa da quella moderna). L'accentazione piana, contro la sdrucciola etimologica, potrebbe dipendere dall'allineamento con i nomi in -èna (Nocentini s.v. patena) o dal francese patène (DELI 2).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Eccles.] Piatto di piccole dimensioni, di forma circolare, gen. d'oro o d'argento, usato durante le celebrazioni del rito eucaristico per coprire il calice col vino e per contenere l'ostia. 1.1 [Nei volgarizzamenti:] recipiente di materiale prezioso impiegato nel culto sacro del mondo classico.

0.8 Cosimo Burgassi 10.12.2014.

1 [Eccles.] Piatto di piccole dimensioni, di forma circolare, gen. d'oro o d'argento, usato durante le celebrazioni del rito eucaristico per coprire il calice col vino e per contenere l'ostia.

[1] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 118, pag. 115.16: Quelle parole dise Giosepo sopra il pane ched e' trovò aparechiato sopra la patena del calice...

[2] Doc. sen., 1325, pag. 73.14: Anco, due calici co le patene d'ariento, smaltati e adorati, l'uno maggiore de l'altro...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 50, vol. 2, pag. 129.16: Materia di questo Sacramento [[scil. del vescovado]] è quella cosa, per la cui investitura, o toccamento si dà l' Ordine, come sono le chiavi all' ostiario, e come al prete si dà lo calice col vino, e la patena con l' ostia...

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 3, pag. 130.28: Neuno compri overo in pegno overo per altro modo ricieva overo fonda calice sagrato overo patena...

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. III, cap. 17, pag. 613.17: Anchora vetemmo etiamdeo che nessuno oblighe o ose d' obligare in pingno lo calice, la pathena, la croce, lo terribulo o le altre vestimente sacerdotale o libro de ghiesia o qualunque altri adornamenti de ghiesia.

[6] Doc. tosc., a. 1362-65, pag. 250.19: I calice dorato con I smalto al piè et I alla patena, di mar. II, onc. II 1/1, per fior. VIII il mar.

[7] San Brendano ven., XIV, pag. 152.12: e in lo quarto dì eli [[scil. S. Brendano]] trovà uno càlese molto grando de la maniera de lo canevo e la patena è de color de la colona...

[8] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 115, S. Bernardo, vol. 3, pag. 1020.13: E quando ebbe detto: "Pax Domini" ne la Messa, puose il corpo di Cristo in su la patena, e portollo seco...

2 [Nei volgarizzamenti:] coppa o vassoio di materiale prezioso impiegato nel culto sacro del mondo classico. || Traduce il lat. patera o il dimin. patella.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 20.20: Ancora issu Dyonisiu pillyava curuni d'auru et pateni li quali li dei cun soy mani stisi sustinianu... || Cfr. Val. Max., I, 1.ext., 3: «idem Victorias aureas et pateras et corona».

[2] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. IV, cap. 4, pag. 109v.24: però che ciascuno ebbe la patena e 'l gradaletto delli dii, ma maggiormente Fabritio in ciò che la patena sua avea piede di corno, in sul quale si sostenea. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., IV, 4, 3: «uterque enim patellam deorum et salinum habuit, sed eo lautius Fabricius, quod patellam suam corneo pediculo sustineri uoluit». Nella prima redazione del volgarizzamento (Va) e nella seconda (V1, sia secondo l'ed. De Visiani che Lippi Bigazzi) la traduzione corrispondente è "scodella".