RAMMÀRICO s.m.

0.1 ramarchi, rammarchi, rammarco, rammarichi, rammarico, rimarcho; f: ramarichi.

0.2 Da rammaricare.

0.3 Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Manifestazione di dolore e di afflizione; lamento. 2 Espressione di contrarietà e malumore per un comportamento scorretto, per una prevaricazione; biasimo, rimprovero.

0.8 Cosimo Burgassi 11.12.2014.

1 Manifestazione di dolore e di afflizione; lamento.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 9, cap. 5, vol. 2, pag. 296.13: Alla tornata de' consoli ricominciò il grande rammarico per l'oste sì fiero e sì oltraggioso, ch'appena si tennero che non corsero loro addosso... || Cfr. Liv., IX, 5, 6: «redintegravit luctum in castris consulum adventus».

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 4.37, pag. 15: gli qual [[scil. occhi]] pàrsenno dey, / che mi clamasser col riso suave, / und'eo speray abento al maçor carcho; / e tosto ch'ebbeno de mi la clave, / cum benigno rimarcho / mi conplançea en atto sì pietoso, / ch'al tormento mi enflammò plu çoioso.

[3] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 15.54, pag. 39: Con più vigor, nuova forza ripresa, / seguitandol, si fé prestare un arco, / fra sé dolente di cotale impresa; / ma dopo molto andare ad un gran varco / il colse e saettollo, e quegli [[scil. lo struzzo]] allora / quivi morì con dolente rammarco.

[4] f Deca terza (B), L. I-II, XIV m. (tosc.), L. II, cap. 91, vol. 2, pag. 236.4: e furono gli ambasciadori con grandissimi pianti e ramarichi infino alla porta accompagnati. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXII, 61, 3: «cum magnis fletibus questibus legatos ad portam prosecuti sunt».

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 6, terz. 97, vol. 1, pag. 72: Rubati si partiron sospirando / la notte Santa Maria Candellaia, / [[...]] poi con molti rammarchi / ne rifuggiro una parte in Capraia, / in Pelago, in Magnale, e in Montevarchi, / ed in più altri luoghi, infino a Cascia / andaron trafelando con gl' incarchi.

1.1 [Con rif. ai cani:] guaito, latrato.

[1] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 5.6, pag. 21: ché al varco / mi par le frasche dimenar sentire / e a' cani far grandissimo rammarco.

2 Espressione di contrarietà e malumore per un comportamento scorretto, per una prevaricazione; biasimo, rimprovero.

[1] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 93, pag. 224.13: Puoi qui à di molti patiri prima che per molti errori essuti molta gente è a noi grandissimo sospetto, e ricevianci di grandissimi ramarchi, e da altri onore e cortesia.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 17, pag. 406.18: e conciò sia cosa che dal vostro presidio più che inimichevoli cose sostegnamo, in niuna altra parte che a voi i rammarichi ne portammo. || Cfr. Liv., XXIX, 17, 8: «nusquam alio quam ad vos querellas detulimus».