PRESCIENZA s.f.

0.1 prescenzia, prescientia, prescienza, prescienzia, proscienzia; f: peresciença, presencia, pressencia.

0.2 Lat. tardo praescientia (DELI 2 s.v. presciente).

0.3 f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.): 1; Dante, Convivio, 1304-7 (integrazione congetturale): 1.1; Elucidario, XIV in. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Dante, Convivio, 1304-7; Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); f De le questioim de Boecio, XIV sm. (gen.).

In testi mediani e merid.: Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

L'att. dal Convivio è per correzione di un errore d'archetipo, già individuato dal Witte: cfr. Ageno, Dante. Convivio, vol. I, pp. 141-42.

0.7 1 [Relig.] Nella teologia cattolica, la conoscenza in anticipo da parte di Dio degli eventi o delle vicende umane. 1.1 [Relig.] [In partic.:] la conoscenza in anticipo da parte di Dio della dannazione di una creatura razionale. 2 Conoscenza in anticipo (di un evento futuro). Estens. Facoltà di presagire o conoscere in anticipo (un evento futuro).

0.8 Diego Dotto 09.03.2015.

1 [Relig.] Nella teologia cattolica, la conoscenza in anticipo da parte di Dio degli eventi o delle vicende umane.

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. VIII, cap. 23, pag. 144r.17: La qual cosa al postucto non si potrà convenire ala smisurata peresciença di Dio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaest. 23, pag. 147.17: Tute quelle cosse che deveva fare li homini che devevano nase Deo le sape denanze e le predixe per li profeti e premodezò la Soa prescientia no induxe a alcuna necesitade azò k'elle fisseno, ma per contrario li homini àn quax fagio forza a la necesitade complendo la soa volontade.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 184.15: Che se altrove ritorcer si possano le cose che provedute sono, già non sarà ferma la prescienza nel futuro, ma piuttosto oppinione incerta: la qual cosa di Dio credere illicita iudico. || Cfr. Boezio, Consol. Phil., V, 3: «non iam erit futuri firma praescientia».

[4] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 20, proemio, pag. 449.31: Ed è prescienza, o vero previdenza, non solamente delle cose future, ma eziandio di tutti beni e mali disposizione, e delle cose da fare; predestinazione, è di tutti coloro che si salveranno, e de' beni per li quali qui si liberano, ed in futuro si fortificano.

[5] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 3, pag. 23.9: Gesù Nazareno, uomo approvato da Dio in voi per molte virtudi e segni e maraviglie, che Iddio fece per lui in mezzo di voi, come voi sapete, per difinito consiglio, e prescienza di Dio, tradito e preso per mano d' uomini iniqui, crucifiggesti e uccidesti...

[6] F Lancia, Chiose alla Commedia, 1341/43 (fior.), Par. 17.31-39: Or pare qui che la prescientia di Dio contradica al libero arbitrio, in ciò che se la prescientia di Dio è che P. debba esser virtuoso, o elli fia vertuoso o no; se non fia vertuoso dunque la prescientia di Dio non sarà vera. || Azzetta, Lancia. Chiose, p. 1064.

[7] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), tenz. 16, 4.1, pag. 808: La prescienzia de Quel ch'è terzo ed uno, / per che provveggia l'ordene fatale, / non v'impedisse arbitrio spander l'ale / sovra lo propio desio de ciascuno.

[8] f Framm. Cons. filos., XIV m. (sett.), L. V, cap. 3, pag. 67v.37: Ma se ello cognose le cose esere future per lo modo ch'ele ènno, sì ch'elo cognosca che elle oguallemente ponno avegnire e non advegnire, che presencia serà questa che non conprende alcuna cossa certa né stabele? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Boezio, Consol. Phil., V, 3: «quae est haec praescientia, quae nihil certum, nihil stabile comprehendit?».

[9] f De le questioim de Boecio, XIV sm. (gen.), L. V, cap. 3, pag. 93.21: E se ô le vé sì che 'lo cognossa quelle cosse poeir vegnir e no vegnir, che pressencia è questa, la quar è niente certa e niente staber? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 [Relig.] [In partic.:] la conoscenza in anticipo da parte di Dio della dannazione di una creatura razionale.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 12, pag. 227.16: tanta fu l'affezione [[di Dio]] a producere la creatura spirituale, che la pres[ci]enza d'alquanti che a malo fine doveano venire, non dovea né potea Iddio da quella produzione rimuovere.

[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 20, 130-138, pag. 576.21: predestinazione è quando Iddio prevede che alcuno sia salvato, che non può essere che non sia; e prescienzia è quando Iddio provede che uno debbe essere perduto.

2 Conoscenza in anticipo (di un evento futuro). Estens. Facoltà di presagire o conoscere in anticipo (un evento futuro).

[1] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. VI: che il mio Padre fue Euforbio, il quale vivette più di cento ottanta anni, lo quale [[scil. Euforbio]] conciosiacosaché fosse ripieno delle scienze d'ogni filosofia, hebbe piena prescienza delle cose future.

[2] Gl f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. V, cap. 39, pag. 205.28: e per questo ne diviene la mente tanto più forte contra ogni ingiuria, quanto essa è meglio armata di prescienzia, cioè d'antivedere quanto contra essa può adivenire... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. V, cap. 9, vol. 2, pag. 224.1: Ma nelli libri della divinazione da sé medesimo impugna apertamente la prescienzia delle cose future. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[u.r. 03.06.2016]