VATE s.m.

0.1 vate, vates, vati.

0.2 Lat. vates (DELI 2 s.v. vate).

0.3 Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.): 2 [2].

0.4 In testi tosc.: Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.); Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.5 Locuz. e fras. sommo vate 2.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

L'att. in Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.) è a rigore nominativo lat.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Nell'antica Roma, indovino ispirato dagli dei (anche con connotazione spregiativa). 1.1 [Nella tradizione cristiana:] profeta. 2 Poeta.

0.8 Diego Dotto 09.03.2015.

1 Nell'antica Roma, indovino ispirato dagli dei (anche con connotazione spregiativa).

[1] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [IX.16], vol. 6, pag. 359.23: Quante volte è stata data opera a questa cosa e commessa alli maestrati nella età de' padri e degli avoli nostri, che essi vietassero di fare li sacrificii estranei, e vietassero stare li sacrificoli e li vati nella nostra corte, e dintorno alla nostra città... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXIX, 16, 8: «sacrificulos vatesque foro circo urbe prohiberent».

[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 20, 31-39, pag. 523.39: lo re Anfiarao ch'era vates di Febo; cioè sacerdote e manifestatore delle sue risposte, sconfortava per li suoi indovinamenti e per le sue arti che non si dovesse andare a Tebe.

1.1 [Nella tradizione cristiana:] profeta.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 39.54, pag. 821: E lui ancora attendo ritornante, / quando risurgerem tutti presuri / per sé ciascun com' e' fu operante, / e simile che 'l santo ardor che' duri / e' lieti casi, spirando del petto / de' sommi vati, ne disse venturi, / col genitore e 'l genito, uno effetto / dall' uno e l' altro igualmente spirando, / e con loro uno, è etterno e perfetto.

2 Poeta.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), son. fin. 2.12, pag. 664: «Teseida di nozze d' Emilia», o vate...

- [Per antonomasia:] sommo vate: Virgilio.

[2] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 36.13, pag. 674: O sommo vate, quanto mal facesti / (non t' era me' morire / a Piettola, colà dove nascesti?)...