0.1 lustra, lustre, lustri, lustro, lustru; f: llustri.
0.2 Da lustrare 1 (Nocentini s.v. lustrare 1).
0.4 In testi tosc.: f Eneide compil. (L. I-IV), a. 1316/17 (fior.); Dante, Commedia, a. 1321; Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362.
In testi sett.: f Poes. an. Questa zoveneta, XIII ex. (venez.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.).
In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
Gli es. da Giordano da Pisa e dal Libro delle prediche, cit. a partire da Crusca (4) e passati a TB s.v. lustro 3 e GDLI s.v. lustro 2, potrebbero essere falsi del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 88-90 e 92-93.
0.7 1 Che diffonde o riflette una luce viva e intensa. 1.1 Sost. Fenomeno luminoso di norma vivido e intenso. Estens. Corpo che emana luce. 1.2 Sost. Luminosità. 1.3 Sost. Fig. Estens. Vista. 2 Fig. Che eccelle, che si distingue; che è degno di grande fama; insigne. 2.1 Sost. Chi gode di una grande fama o occupa una posizione elevata nella gerarchia sociale. 2.2 Sost. Nobiltà. 3 Fig. Evidente. 4 Signif. non accertato.
0.8 Diego Dotto 22.06.2015.
1 Che diffonde o riflette una luce viva e intensa.
[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 9.672, pag. 167: L'arco non è che flettersi di raggi / Entro le acquose nubi divisate: / Convien che in intelletto questo caggi. / Lustre ed obscure, sottigliate e grosse, / Sono le nubi così varïate / Quando dal Sole ricevon percosse...
[2] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 31, vol. 1, pag. 93.7: La chiesa dentro è umida, e fredda, e poco lustra, però che non à niuna finestra, che le renda lume...
1.1 Sost. Fenomeno luminoso di norma vivido e intenso. Estens. Corpo che emana luce.
[1] f Poes. an. Questa zoveneta, XIII ex. (venez.), 7: Et a meço lustro che la vite stare, / cum li mey sospiri che la salutay: / cum li soy beli occi la me rendé lo saluto / la stella che luze in le altre donçelete. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 29.16, vol. 2, pag. 496: Né ancor fu così nostra via molta, / quando la donna tutta a me si torse, / dicendo: «Frate mio, guarda e ascolta». / Ed ecco un lustro sùbito trascorse / da tutte parti per la gran foresta, / tal che di balenar mi mise in forse.
[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 2.835, pag. 178: Nel nono mese vien nel mondo lustro / Per la virtù che signoreggia Giove.
[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 29, 43-57, pag. 615, col. 1.26: Di sopra fiameçava. Çoè, lo lustro sovra dicto ch'è lo intelletto umano, disposto com'è detto.
[5] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 14, 67-81, pag. 324, col. 2.2: Lustro, çoè una stella.
[6] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 101.10: e fecesi a una finestra, la quale veniva in verso la porta e cominc[i]ò a vedere el lustro del fuocho el quale era attaccato già alla porta.
[7] Gl Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 29, pag. 480.22: Qui incomincia a scrivere l'altore il lustro che gli apparve dell'aria, cioè quel lume grande ch'egli vide.
[8] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 29, 12-30, pag. 699.38: Et ecco un lustro; cioè uno splendore, subito trascorse...
1.1.1 Fig. La luce divina, che infonde la grazia o det. facoltà intellettuali.
[1] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 34, pag. 377: Ma perché l' arra che ssi prende al fonte / del nostro batisteo ci dà un lume, / lo qual ci fa le cose di Dio conte, / venne del lustro del superno acume / una gratia di fede...
[2] f Giovanni da San Miniato, Moralia S. Greg., a. 1415 (tosc.), L. XXIX, cap. 3, pag. 1127.25: Costoro hanno il loro lume tra le tenebre; perocché facendo male, e nondimeno credendo bene di Dio, in certa parte hanno un lustro di lume per non accecare affatto. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 43, pag. 421.21: E oltre allo splendore del bel viso, quello tanto lucente facea, che mirabile lustro a' dimoranti in quel luogo porgeva fra le fresche ombre...
[1] f Serdini, Rime, a. 1420 (sen.), 48.7: né i radii orïental, quando il ciel opre, / e appare il nostro protettore e duce, / che non pur l'occhio al lustro uman conduce, / ma fa produr ciò ch'è creato in opre. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
2 Fig. Che eccelle, che si distingue; che è degno di grande fama; insigne.
[1] f Eneide compil. (L. I-IV), a. 1316/17 (fior.), Prologo, pag. 1r.20: Elli fuoro sì chiari in sapientia e sì llustri in ingegno, sì serenissimi in ogni virtude che lla romana potenzia di piccola e bassa divenne anpissima e altissima... || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus legge: «sì 'llustri»: cfr. Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Prologo, pag. 165.18 (da ricondurre quindi a illustre).
[2] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 569, pag. 381, col. 2: Qui se mustra / chi à scientia lustra, / che penza a lei contendere / e nostra lege defendere, / ad quista savia femena / che tanto sapire semena...
[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), Prol., pag. 4.20: cui foru sì clari in sapiencia, sì lustri [in] ingeniu, sì serenissimi in omni virtuti, comu fu la romana potencia?
[4] f Serdini, Rime, a. 1420 (sen.), 12.79: / Ruberto, conte lustro, e ciò ben crede, / ché, se mi porta fede, / io il so, benché non sia di me contarlo... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
2.1 Sost. Chi gode di una grande fama o occupa una posizione elevata nella gerarchia sociale.
[1] f Nicc. Soldanieri (ed. Bongi), a. 1385 (tosc.), O potentia di Dio..., 22: Vedrai chadere i lustri a levamento, / Facto vedra' di gente bassa im prova, / perch'altri si rimuova / e non tengha che qui l'aquisto duri. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
[1] f Giordano da Pisa, Prediche (Redi): Privi di quel lustro, che fu lasciato loro dagli avoli. || Crusca (4) s.v. lustro 1.
[2] f Libro di prediche: Fanno pompa del lustro della loro anzianissima casa. || Crusca (4) s.v. lustro 1.
[1] Stat. viterb., c. 1345, pag. 156.4: Che omne governatore faccia servare interamente l'ordinamenta in nel suo locu, guarda che no(n) ci fosse molto lustra scusa, et per grande cascione...
[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 789, pag. 317.21: Era questa cosa in tanto abominio a' buoni uomini ed a' buoni mercatanti ed artefici, che chi non dicea come quelli della maledetta setta, era sospetto, e se era guelfo, chiamato il malo guelfo, e così aspettava ogni dì essere sospetto, e per sospetto essere ammonito. Sentito la mattina non essere osservati gli ordini delle tre volte, ma passati e quasi vinto per mezza forza, ridotta la cosa a Salvestro di messer Alamanno dei Medici, gonfaloniere di giustizia, dicendo: «Tu volesti medicare le petizioni, e desti il lustro alla Parte, e non si seguita, perocch'el tale ordine istanotte alla Parte ordinato è fatto».
[u.r. 03.06.2016]