LUSTRO (2) s.m.

0.1 lustri, lustro, lustru.

0.2 Lat. lustrum (Nocentini s.v. lustro 3).

0.3 a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.): 2; Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.); Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

0.5 Locuz. e fras. fare il lustro 1; lustro generale 1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Nell'antica Roma, cerimonia rituale di purificazione (che segue di norma il censimento del popolo o dell'esercito). Estens. Censimento. Locuz. verb. Fare il lustro. 2 Periodo di cinque anni (con rif. alla durata della carica dei censori cui era affidata la lustrazione).

0.8 Diego Dotto 22.06.2015.

1 Nell'antica Roma, cerimonia rituale di purificazione (che segue di norma il censimento del popolo o dell'esercito). Estens. Censimento. Locuz. verb. Fare il lustro.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 10, cap. 9, vol. 2, pag. 383.33: In quello anno P. Sempronio Sofo e P. Sulpicio Saverrione censori fecero il lustro; e aggiunsero due tribi: l'uno si chiamò Aniense e l'altro Terentino. || Cfr. Liv., X, 9, 14: «lustrum eo anno conditum».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 1, vol. 1, pag. 152.5: Lu quali essendu censuri et facendu lu lustru, cun chò sia cosa que, segundu era custumatu in quilla sullennitati, unu nuttaru publicu l'andava ananti, qui commu predicandu dicia quistu versu, que li dei immortali erannu pregati que li cosi di lu populu di Ruma fussiru melyuri et pluy ampli... || Cfr. Val. Max., IV, 1, 10: «cum lustrum conderet».

[3] Gl f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 139, vol. 1, pag. 152.1: [lustru] Una sulennitati ki se facia ogni annu. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 36, pag. 255.34: Questo medesimo anno fu fatto il lustro da' censori P. Sempronio Tuditano e M. Cornelio Cetego. || Cfr. Liv., XXVII, 36, 6: «lustrum conditum».

- Lustro generale.

[5] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [VIII.36], vol. 6, pag. 270.3: Messa sorte tra M. Claudio Marcello e T. Quinzio, quale di loro dovesse fare il lustrogenerale di tutti li cittadini di Roma, superato M. Claudio, Tito Quinzio il fece. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXVIII, 36, 10: «lustrum condidit».

2 Periodo di cinque anni (con rif. alla durata della carica dei censori cui era affidata la lustrazione). || Ma cfr. 1 [3].

[1] a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 3, pag. 106.40: Ché li Romani i(n) qua dirieto anticam(en)te soleano fare lo p(ri)mo die di febraio p(er) honore di Febrie madre di Mart, ch'era dio del diavovale cioè di dio dele battallie, di V a(n)ni in V a(n)ni andavano tutta nocte co(n) candele (et) co(n) to(r)tissi aciesi i(n)torno ala cità acciò che donasse ai suoi filliuoli victoria dei loro nimici, e onravano co(n) cusì grande sollemnitade la madre di Mart: [e] quello tenpo chiamavano lustro. || Cfr. Legenda aurea, XXXVII, 115: «et illud spatium dicebatur lustrum».

[2] Gl Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 5, cap. 31, vol. 2, pag. 44.16: C. Giulio il censore morìo; e in suo luogo fu fatto Marco Cornelio: la qual cosa tornò poi in religione, però che in quel lustro, cioè tempo di cinque anni, fu Roma presa.

[3] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa n [IV.1.10], pag. 98r.10: a Roma ogni v anni regolarmente una volta si faceano processioni alcune e prieghi dove si faceano certi sacrificii per lo stato del popolo romano, e chiamavasi questo tempo «lustro» e cantavansi alcuni versi per modo di laudi ordinati; nelli quali ve n'era uno nel quale li dii si pregavano che lle cose di Roma migliori e maggiori facessono. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 104.16: Questi beni non dà la natura a la prima gioventù, m'a quelle che suolno tosto venire dipo li sette lustri.

[5] Gl Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 358, pag. 593.17: «Lustro» è spazio d'anni cinque, unde sette lustri, cioè sette via cinque anni che fanno XXXV.

[6] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. II, pag. 523.22: La natura dela prima çoventude non dà questi beni, la qual suol vegnir tosto de drio li sette lustri.

[7] Gl f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. II, [vv. 693-94], pag. 82r.8: li trentacinque anni, che <e> sette lustri fa trentacinque, che lo lustro qua sì è lo spatio de cinque anni. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Gl Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 37, Purif. Maria, vol. 1, pag. 323.12: i romani di qua adrieto ne le calen di febbraio ad onore di Februa, madre di Marte - il quale Marte era Iddio de le battaglie - di cinque in cinque anni alluminavano la cittade di Roma tutta la notte con torchi e faccelline, acciò che 'l figliuolo suo desse loro vittoria de' nemici - la cui madre così solennemente onoravano -, e quello spazio di tempo era chiamato lustro, cioè a dire tempo di cinque anni. || Cfr. Legenda aurea, XXXVII, 115: «et illud spatium dicebatur lustrum».

- [In contesto iperbolico].

[9] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 103, pag. 269: Volgerà il sol, non pure anni, ma lustri / E secoli, victor d' ogni cerebro, / E vedra' i vaneggiar di questi illustri.