ORRIDEZZA s.f.

0.1 oridessa.

0.2 Da orrido.

0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.

0.4 Att. solo in Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).

0.5 Locuz. e fras. avere in orridezza 1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Forte riprovazione morale. Locuz. verb. Avere in orridezza: disdegnare, disprezzare. 2 Severitą e rigore con cui si giudica o si fa osservare una legge.

0.8 Diego Dotto 29.09.2015.

1 Forte riprovazione morale. Locuz. verb. Avere in orridezza: disdegnare, disprezzare.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 45: Ave(n)gna che giuste ragione saviame(n)te abbi inducte p(er) la qual la vendecta, la guerra (et) la bactaglia sono da essere avute in oridessa... || Cfr. Albertano, Liber cons., XLVII: «vindictam et guerram ac bellum abhorrere videris».

2 Severitą e rigore con cui si giudica o si fa osservare una legge. || L'att. potrebbe essere invece un calco sul fr. roideur.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 48: Prudentia rispuose: "Y(es)ł Sirąc pa(r)la del Giudicio divino, ma q(ui) no(n) si dč tractare d(e)lo Giudicio divino, n(on) dela oridessa dela ragione, ma dela benignitą dela pace (et) dela co(n)cordia. || Cfr. Albertano, Liber cons., L: «nec de juris rigore».