0.1 teda, tede.
0.2 Lat. taeda (DELI 2 s.v. teda).
0.3 f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.): 1.1.1; Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.); Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.).
In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
0.8 Diego Dotto 29.09.2015.
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Isifile, pag. 55.27: Ella, disonesta vergine, adulteramente ti conobbe marito; ma l' onesta teda diede te a me, e me a te. || Cfr. Ov., Her., VI, 134: «taeda pudica».
[2] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 11, 42.2, pag. 617.5: [le prime tede etc.]: Solevano le donne entrare nelle camere de' novelli sposi con uno legno, chiamato teda, acceso in mano...
- Maritale teda.
[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Dido, pag. 63.23: Io ardo siccome lo legno inzolfato della maritale teda. || Cfr. Ov., Her., VII, 23: «ceratae [[...]] taedae».
- Matrimoniale teda.
[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 717.34: E certo ella non fu sposata, né ricevuta colle matrimoniali tede. || Cfr. Ov., Her., IV, 121: «At ne nupta quidem taedaque accepta iugali» e Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.): «e mai non la volle sposare».
[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 42.2, pag. 617: Assai è, lassa!, duro a sostenere ciò che io veggo, che le prime tede / al rogo tuo mi convenga tenere.
[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 39, pag. 405.14: Alchuni, accendenti le tede e un legno grasso come pino e arde come candela nel mosto le spengono e non lascia rivolgere il vino.
[3] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Gb 41, vol. 5, pag. 138.4: [10] Della sua bocca procederanno le lampade, sì come le tede accese di fuoco.
- [Con rif. alle Furie].
[4] f Eneide compil. (II, L. VII-XII), XIV pm. (fior.), L. VII, pag. 94.3: Avendo così detto, gittò una fiaccola nel giovane e sotto il petto gli ficcò le fumanti tede. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Aen., VII, 457: «fumantis [[...]] taedas».
1.1.1 [Armi] Torcia usata per appicare il fuoco negli assedi.
[1] f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.), Cap. 44, pag. 213.8: pertiche e dardi gittavano, e anche pece con zolfo, e teda col fuoco. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Sal., Jug., 57, 5: «picem sulphure et taeda mixtam ardentia».
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ermione, pag. 76.24: Quando mi sposai a te, la mia teda ad alcuno non noceva; e se io ora persevero di stare con Pirro, tu sarai offeso di grave disonore. || Cfr. Ov., Her., VIII, 35: «nulli mea taeda nocebat».
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 12, par. 64, comp. 74.9, pag. 174: MAndata fu da Dio l'excelsa teda, / NIdo d'ogni virtute e de ben fare, / RIguardo honesto de spirto divino.