VINCASTRO s.m.

0.1 vincastri, vincastro, vincatro, vinchiastri, vinchiastro.

0.2 Da vinco.

0.3 Dante, Rime, a. 1321: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Rime, a. 1321; Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.).

N L'occ. in Jacopo della Lana è una cit. dantesca.

0.5 Il tipo vinchiastro, att. in Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano) e in Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), dipende da vinchio, var. non tosc. di vinco; cfr. DEI s.v. vinchio.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Ramoscello di vinco, gen. usato per stimolare o guidare animali. 1.1 Fig. 2 Intreccio di ramoscelli flessibili usato per legare. 2.1 Fig.

0.8 Barbara Fanini 21.09.2015.

1 Ramoscello di vinco, gen. usato per stimolare o guidare animali.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 24.14, vol. 1, pag. 400: lo villanello [[...]] prende suo vincastro / e fuor le pecorelle a pascer caccia.

[2] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 1-15, pag. 572, col. 2.16: Vincastro è quella nugella che portano li pasturi dil bestiame.

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 14.26, pag. 712: Io do loro ombre di bella verdura, / né con vincastro quelle vo battendo: / come le piace ognuna ha di sé cura...

[4] Cavalca, Specchiodi croce, a. 1342 (pis.), cap. 21, pag. 97.7: E come la domenica con li rami dell' olivo lo ricevettono dicendo: Osanna, figliuolo di David; così il venerdì co' vincastri ed altre scuriate lo batterono, dicendo ch' era ingannatore e malfattore...

- [In contesto fig.].

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 35, terz. 75 v.224, vol. 2, pag. 129: Onde Firenze poi l' anno seguente / battuto fu di sì fatto vincastro, / che dov'ell' era lieta, fu dolente.

1.1 Fig.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 16.1, pag. 52: Com più vi fere Amor co' suoi vincastri, più li vi fate in ubidirlo presto, / ch'altro consiglio, ben lo vi protesto...

2 Intreccio di ramoscelli flessibili usato per legare.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 4.2, pag. 23: lustrato son da il lume claro, ch'io anodo qui l'un con l'altro vinchiastro, / perché il se arcoglia il dolçe et lassi amaro.

2.1 Fig.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 144.13, pag. 205: E così a poco a poco mi discolpo, / Sperando che mi leghi quel vincastro / Che ciascun lega, e di tardar l'incolpo.

[2] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 53.6, pag. 322: Mort' è colui che tenia † morte † subrima, / d'ogni vertù legato a tal vinchiastro / che soa mala fortuna o forza d'astro / nol fe' cader già mai da l'alta cima.

[3] ? Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 40.81, pag. 276: "Peccavi, / che 'l sangue iusto òe messo in tal vinchiastri".