CIARDO s.m.

0.1 ciardo.

0.2 Etimo non accertato: forse collegato a ciardello?

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N Si ritrova nella traduzione di un passo lat. prob. frainteso dai copisti dell'op. latina. Albertano, Liber cons., 32 ha però «Aemule, non tantum grandia, parva cave». Selmi riporta lo stesso passo nella forma «Evola non tamen grandia; parva cave». Una forma pressoché identica si riscontra, nella medesima cit., in Albertano, De amore, IV, 8, in cui l'ed. legge «Evole, non tamen grandia, parva cave». Questa lezione è alla base della lettura dei Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.) (cfr. Liber cons., cap. 31: «o Evola, no(n) solame(n)te ti guarda dale cose grande, ma etia(n)dio dale piccule»; e De amore, L. IV, cap. 8: «et p(er)ò tu, Evola, guarti no(n) solame(n)te dale gran cose ma etia(n)dio dale piccule». La fonte lat. di Albertano (Goffredo di Winchester, Epigrammata, 50) legge invece «Enole, non tantum grandia, parva cave».

0.7 1 [Per errore di tradizione o guasto testuale].

0.8 Giulio Vaccaro 18.05.2015.

1 [Per errore di tradizione o guasto testuale]. || Cfr. 0.6 N.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 33, pag. 113.17: Et, o tu ciardo, chi ti pare essere valente, così temi le picciole cose, non solamente le grande.

[u.r. 27.10.2020]