VANAGLORIARE v.

0.1 vanaglori, vanagloria, vanaglorià , vanagloriando, vanaglorianse, vanagloriare, vanagloriarsi, vanaglóriasene, vanagloriato, vanagloriava, vanagloriavano, vanaglorieresti, vanagloriò, vanagloriòe, vanaglorj; a: vanagloriar; f: vanagroliandosi, vanagloriasi.

0.2 Da vanagloria.

0.3 Bestiario toscano, XIII ex. (pis.): 1 [14].

0.4 In testi tosc.: Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.); a Legg. ss. Piero e Polo, c. 1370 (venez.); Esopo ven., XIV.

0.7 1 Pron. Ostentare superbamente il proprio valore o i propri meriti benché effimeri.

0.8 Diego Dotto 28.06.2016.

1 Pron. Ostentare superbamente il proprio valore o i propri meriti benché effimeri.

[1] Novellino, p. 1315 (fior.), 5, pag. 137.3: Or che fece Iddio? Punillo secondo la colpa, ché quasi la maggior parte del populo suo li tolse per morte: acciò ch'elli si vanagloriò nel grande novero, così li scemò e appicciolò il novero.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 16, 106-123, pag. 433, col. 2.4: e sozunge che crette molte fiate per fraude prende ben temporai, e vanaglorianse d'aquistar quilli...

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 6, pag. 109.33: Molto maggiormente quegli che ha lasciato alcuno suo podere e ricchezza particulare, non si dee vanagloriare, né reputare d'avere assai fatto...

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 54.17: pognamo che ciascuno si vanaglori della sua signoria, non è alcuno che possa stare in sul carro del fuoco, fuor ch'io. || Cfr. Ov., Met., II, 58: «Placeat sibi quisque licebit».

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 7.3: Ora queste vegendosi essere in tale grado, sì se ne vanagloriavano tanto, che in loro parlare diceano, che non davano vanto alle Muse, ch' elleno aoperassono meglio di loro in ogni lavorio.

[6] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa n [III.1.ext.1], pag. 66r.3: Attena si duole di lui per li mali ch'elli fece a la sua patria e vanagloriasi di lui però che d'industria e d'ingegno avanzò gl'altri, quantunque l'usasse in mala parte. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[7] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la jatancia, vol. 1, pag. 112.2: E questa va(n)tanza si è p(er) V modi: la primera si som le cosse passae, che tanto se n'è vanaglorià , che tropo serea a dir...

[8] Jacopo Passavanti, Tratt. vanagl., c. 1355 (fior.), cap. 2, pag. 266.18: Il secondo modo che la vanagloria può essere contro alla carità di Dio, si è da parte di colui che si vanagloria, quando la sua intenzione riferisce e ordina alla gloria come ad ultimo fine...

[9] a Legg. ss. Piero e Polo, c. 1370 (venez.), 70, pag. 75.8: Ves-tu adoncha como con gran cose 'lo ebia amaistrado ch'el dotor no se debia vanagloriar?

[10] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. X, cap. 32, pag. 496.19: Donna, non te vanagloriare perché tu abbi venti costoro imperciò ch'elli erano stanchi, ma pugna con meco e vederai se tu vencerai. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[11] F Lett. di Margherita a Fr.Datini, 1384-1410 (tosc.), [1386]: Voi fatte uno piccholo conto di Bernabò, che non fu sì tosto in Firenze che fu preso per pratese per lo comune e dicelo vanagroliandosi... || Rosati, p. 30.

[12] Esopo ven., XIV, cap. 49, pag. 47.10: Sovra questa istoria dixe l'auctore reprendando queli li quali se lauda e che se vanagloria molte fiade de quello che li nuoxe...

- [Con oggetto diretto un pron. riflessivo].

[13] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 18, pag. 145.14: il quale l'amico ch'à fidanza in lui inganna con dolce parole di lusinghe e che sé medesimo vuole vanagloriare.

- Assol.

[14] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 23, pag. 44.23: et da che [[il pavone]] ave vanagloriato così, elli si mira li piedi che sono molto laidi, inmantenenti abassa la coda e torna a nyente veggiendo li piedi tanto sono laidi.

[15] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 185.10: però che dal principio si torse da via di verità, disubidendo e insuperbiendo, vanagloriando, e peccando nel vizio della gola.