VANAGLORIOSO agg./s.m.

0.1 vanaglolioso, vanagloriosa, vanagloriose, vanaglorïose, vanagloriosi, vanaglorioso, vanaglorïoso, vanaglorioxo, vanagloriuso, vanaglurïusi, vanagrolioso, vanagroriosi; a: vanagloriusi, vanagrorioso.

0.2 Da vanagloria.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.7 1 Che ostenta superbamente il proprio valore o i propri meriti benché effimeri. 1.1 Sost. 2 Detto con un'ostentazione fatua e superba.

0.8 Diego Dotto 28.06.2016.

1 Che ostenta superbamente il proprio valore o i propri meriti benché effimeri.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 5, pag. 121.4: Ché l'uomo nol die desiderare in quanto elli è onore, sì come fanno gli orgogliosi e vanagloriosi, ma diello l'uomo volere e desiderare in quant'elli fa fare l'opere che sono degne di grand'onore. || Si interpreta come agg. con ellissi di uomini, recuperabile dal contesto.

[2] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 22, pag. 142.13: E per via d' Aroganza è detto l' animo vanagrolioso, quando si vanta d' essere quello che non è e di fare quello che non fa.

[3] Poes. an. urbin., XIII, 24.56, pag. 592: Stato sone molto iroso, / superbo e vanaglorïoso...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 47.79, pag. 189: De far mustra l'om del bene pare vanagloriuso: / è 'l vedente esdificato de mustrargli l'om tal uso.

[5] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 20 (b), vol. 3, pag. 74.1: Ma colui, che s'intramette di fare gran fatti e non è acconcio a ciò, si è detto vanaglorioso.

[6] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 23, vol. 3, pag. 84.4: Quegli che si vanta, o che presume quello che non dee, non per guadagno che ne faccia d'oro o d'ariento, è da vituperare sì come uomo vanaglorioso.

[7] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 20, pag. 158.22: Elli è superbo et vanaglorioso, et la superbia et la vanagloria è nulla, se non uno vento.

[8] Gl Gloss. prov.-it., XIV in. (it.sett./fior./eugub.), pag. 133.2: Uffaniers .i. homo vanaglorioso.

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.384, pag. 637: No sei vanaglorioso, / ché s'è un lume ten[e]broso, / de che tu bruxar poresi / tuto lo ben che tu faresi.

[10] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 45, pag. 63.22: Ancora per questa caxon elli se lauda tropo et è troppo vanagloriosi e despresia i altri.

[11] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 308.3: Colui, che appresso il segue più vanaglorioso, è Anco, che già s'allegra molto delli orecchi del populo. || Cfr. Aen., VI, 815: «iactantior».

[12] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 107.9: L'uomo ch'è vanaglorioso sempre si fa da più che non è...

[13] Gl f Etica di Aristotele volg., XIV t.q. (tosc.>sett.), L. II, cap. 23, pag. 203.9: Mangnificiençia è colui ch'è atorniato di grandissimi affari e se ne alegra; e colui che di ciò si tramette se non è aconcio a cciò è apellato vanagrolioso... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[14] f Etica di Aristotele volg., XIV t.q. (tosc.>sett.), L. II, cap. 23, pag. 204.11: E quegli che in queste cose si dismissura è vanagrolioso e burbançiere... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[15] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 76, pag. 92.21: ma certu quisti beni et quisti gracii diforani fanu spissu dampnagiu et nochinu a quilli ki li hanu si illi non li usanu beni, quandu illi si avantanu oi diventanu vanagloriusi et superbi et altri disprecianu...

[16] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. II, [vv. 631-32], pag. 79v.8: En questa parte lo autor reprende una maniera de çente, over de homini vanagloriosi, che se avanta de bosie... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- [Rif. a un sogg. astratto].

[17] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 10.139, pag. 523: Guarda ke vanaglorïoso vento / de plana terra non poça levar[t]e!

1.1 Sost.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 18, pag. 92.30: Onde chi toglie a Dio quello ch'è suo, è furo de la deitade, e è grande peccatore. Questi sono tutti i soperbi e vanagloriosi.

[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 17, pag. 131.26: ma se ll'epocrita o 'l vanaglorioso la dà al povero, sì non n'à merito da Dio e così perde la cosa col guadagno.

[3] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 17, pag. 111.15: li dimoni quine di gridare non cessano, di percuotere li peccatori non si stancano né rimagnano: ora lo superbo, testé lo 'nfiato, poi lo vanagrorioso...

2 Detto con ostentazione fatua e superba.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 2, pag. 148.13: Anche dei guardare non tu dichi alcuna cosa soffistica, cioè vanagloriosa e ingannevole, perciò che disse Gesù Sirac: «cului che parla soffisticamente, cioè ingegnosamente, è odiato da ogn' omo e non ha alcuna grazia da Dio, perciò che ogne cosa vuole frodare e tôrre ad altrui».