NESCIO agg./s.m.

0.1 nesce, nescïa, nescia, nescii, nescio, nesio, nessci.

0.2 Lat. nescius (DEI s.v. nescio).

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.).

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.).

N Le occ. in Jacopo della Lana e Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Privo di istruzione e consapevolezza; sciocco. 1.1 Sost. 1.2 [Con valore avv.:] in modo inconsapevole. 1.3 Privo di coscienza.

0.8 Luca Morlino 23.09.2015.

1 Privo di istruzione e consapevolezza; sciocco.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 308, pag. 572: La femena fa l'om envrïar como 'l vino, / fa-l desperad e nesio e fa-l tornar plui fino.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 183.11: Noi potemo mettere i nostri adversarii in dispetto degli uditori, cioè farli tenere a vile et a neente, se noi diremo che sono uomini nescii sanza arte e sanza senno, da neuno uopo e da neuna cosa...

[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 47.10, pag. 177: Chi è sì bestia, che fuor del senno esce, / prèsii, 'm parlando con voi, a gabare! / C'òsi partir? Troppo saria già nesce!

- [In partic.:] ignaro (di qsa).

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 34, pag. 307.22: Io mai non adoperai contro a te, perché tu mi dovessi nuocere; ma tu di mobile natura, e nescio di quel che fai, mi tormenti oltre al dovere.

1.1 Sost.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 23.5, pag. 241: Molti omini vanno ragionando, / dicendo che l'amore è degna cosa, / e face il folle assai gire amendando, / lo scarso, largo con grazza copiosa, / lo nescio, ben sac[c]ente sermonando, / lo vile pro' e la noia gioiosa...

1.2 [Con valore avv.:] in modo inconsapevole.

[1] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 9.54, pag. 51: Seguivali Cornelio ancor mostrando / l'inarsicciata man ch'uccise altrui, / che 'l core non volea, nescio fallando.

1.3 Privo di coscienza.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 26.74, vol. 3, pag. 433: e lo svegliato ciò che vede aborre, / sì nescïa è la sùbita vigilia / fin che la stimativa non soccorre...

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 26, 67-78, pag. 582, col. 2.20: nescia, çoè cença scientia per la súbita vigilia, çoè vigilare.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 26, 67-78, pag. 696.38: nescia; cioè per sì fatto modo non saputa...

[u.r. 21.11.2019]