FORZORE (1) agg./s.m.

0.1 forçore, forzor, forzore.

0.2 Fr. ant. forçor (cfr. DEI s.v. forzore 2) o prov. forsor. || A loro volta le voci galloromanze sono in rapporto con lat. fortior (cfr. FEW 3, 732a).

0.3 Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.); Doc. aret., XIV pm.

0.6 A Doc. sen., 1231-32: Forçore da Trebbio, Forçore dale Stinche; Doc. sang., 1236 (2): Forciore del Pellaio.

N Doc. esaustiva.

0.7 1 [In funzione di comparativo:] dotato di maggior vigoria; più forte. 1.1 Estens. Che ha preminenza (rispetto a qno o qsa), lo stesso che maggiore. 2 Sost. Individuo più forte (rispetto ad un altro). 2.1 Estens. Individuo più potente (rispetto ad un altro)?

0.8 Marco Maggiore 10.09.2015.

1 [In funzione di comparativo:] dotato di maggior vigoria; più forte.

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 129, pag. 108: Altre novelle [e] magne e forçore / si ve dirò ke v<e> manda l<o> grand<e> segnor, / ke vol venir e mantinir aonor...

[2] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 30.52, pag. 300: e tra i servi di Dio esso è forzore / chi più umil è di core / e più sc[h]ifa onne honore...

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 38.28, pag. 104: E se dotta lo meo parvo savere / a la faccia del tuo nobel valore, / reprendel chi ben dea fanciul temere / intrare in campo con campion forzore.

1.1 Estens. Che ha preminenza (rispetto a qno o qsa), maggiore.

[1] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 10 [V 415].13, pag. 173: Quella che 'n convenente altro è magiore, / è sovra, sovramagio; quella ch'ène / en altro par, è ['n] ciò magiore, forzore; / e quella ch'è minore, pare, simile vene».

2 Sost. Individuo più forte (rispetto ad un altro).

[1] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 11.5, pag. 129: Conte da Romena, non poco / gradereame voi grazire, / ma de battaglia servire / non certo sembrami gioco, / e specialmente contra mio forzore.

2.1 Estens. Individuo più potente (rispetto ad un altro)? || Ma cfr. Serianni, Formule notarili aretine, p. 222: «Sembra trattarsi d'un tecnicismo giuridico, il cui senso non m'è chiaro».

[1] Doc. aret., XIV pm., pag. 212.14: e se no(n) volessero (com)pa(rare) abbia piena licentia de vendare a cui tu vuoli tracto no(n) enp(er)tanto a tuo pa(rente) o a suo forçore o eccl(es)ia o s(er)vo altrui e altro luogo religioso <a religioso né a s(er)vo altrui>, ma a p(erson)a che s(er)via come s(er)vi tu legitimam(en)te.