VEDOVEZZA s.f.

0.1 vedoveza, vedovezza.

0.2 Da vedova o vedovo.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lo stesso che vedovanza. 1.1 [Con rif. ai doni dello Spirito Santo o alla Chiesa personificata]. 2 Estens. Condizione di chi, a causa della morte, ha perso un congiunto.

0.8 Maria Fortunato 14.10.2015.

1 Lo stesso che vedovanza.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 281.1: Ella compensoe l' amore del marito con nobilissima fede, la quale dopo la colui fine, fiorendo per bellezza e per etade, ebbe la camera della sua suocera in luogo di matrimonio, et in uno medesimo letto si spense il vigore della sua giovenezza, et invecchiò la sperienza de l' altrui vedovezza.

1.1 [Con rif. ai doni dello Spirito Santo o alla Chiesa personificata].

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.204, pag. 161: Le Dune, odenno lo maritamento, / curgono con granne vivaceza: / «Meser, nui che facemo a sto convento? / Starimo sempre mai en vedoveza?

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 6.40, pag. 80: O' so' li martiri pin de fortezza? / Non è chi cure en mia vedovezza.

2 Estens. Condizione di chi, a causa della morte, ha perso un congiunto.

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. IX, cap. 1, pag. 149r.1: il suo figliuolo, il quale unico avea, d'etade già di xiiii anni, col veleno il tolse di mezo e incontanente del legnaio dove s'ardea accese la facella del matrimonio e alla nuova maritata la sua vedovezza del figliuolo diede in luogo di dono. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.