SEVERO agg.

0.1 saverissimi, scievéra, severa, severe, severi, severissima, severissimi, severissimo, severo, severu; a: severii.

0.2 Lat. severus (DELI 2 s.v. severo).

0.3 f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.): 1; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.): 1 [2].

0.4 In testi tosc.: f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Dante, Commedia, a. 1321; Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 A Miracole de Roma, XIII m. (rom.): Severo.

T a Compasso da navegare (ed. Debanne), 1296 (it.sett./mediano): Santa Severa; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.): paroffia de san Severo del Monte.

N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Che non ammette errori, peccati, debolezze né scarti dalla norma o dal dovuto, ma li riprende e li punisce con fermezza (o anche con durezza). 1.1 Estens. Che si comporta con durezza e intransigenza, senza avere pietà, cedimenti, esitazioni né ripensamenti. 2 [Rif. a un'azione, un comportamento, un modo di essere:] improntato a rigore, serietà, gravità o austerità. 2.1 [Rif. a una condizione (ambientale o psicologica):] che risulta difficile da sopportare o superare.

0.8 Elisa Guadagnini 27.07.2015.

1 Che non ammette errori, peccati, debolezze né scarti dalla norma o dal dovuto, ma li riprende e li punisce con fermezza (o anche con durezza).

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 5, pag. 42.9: La seconda ragione perché quella inquisitione sarà severa et crudele sì è propter defectum auxilij, per difecto d'aiuto.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 24.119, vol. 1, pag. 413: Oh potenza di Dio, quant' è severa, / che cotai colpi per vendetta croscia!

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 68.3: la citati Spartana [[...]] ubedendu a li severissimi ligi di Ligargu alcunu tempurali, retrassi li ochi di li soy citadini da vidiri Asya la provincia... || Cfr. Val. Max. II, 6, 1: «...quae seuerissimis Lycurgi legibus obtemperans...».

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 28, vol. 1, pag. 247.26: Il nostro Signore Dio è benigno, ed è severo; che s' egli si mostrasse sol benigno, dispregieremmo la sua cortesia, e così se ci si mostrasse pur crudele, dispereremmo.

[5] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1343] 22.2, pag. 386: O spada di giust[iz]ia clementissima, / che talor severissima / ti movi, attendi a quel che si notifica!

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 1, pag. 14.22: Almeno quello che non si fa per amore, si facci per timore della severa giustizia di Dio.

[7] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 15, vol. 1, pag. 45.24: Deu contra li peccata in preterito fichi severissimi iusticii...

[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 14, pag. 7.17: egli usò nella nepote severa iustizia e fecela propagginare e viva sotterrare dove è oggi la città di Rieti...

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 24, 106-120, pag. 629.28: O potenzia di Dio quanto è severa; cioè questa severità è giustizia pura sanza misericordia.

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 55.11: Fu omo severo senza alcuna pietate. Mai non perdonava. Secunno lo peccato, secunno la fallenza puniva.

[11] f De officiis volg., XIV/XV (tosc.), L. I, cap. 49, pag. 91.14: Ciascuno adunque conosca la natura sua, e si faccia severo giudice della bontà e de' vizi suoi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 Estens. Che si comporta con durezza e intransigenza, senza avere pietà, cedimenti, esitazioni né ripensamenti.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 4.84, vol. 3, pag. 60: Se fosse stato lor volere intero, / come tenne Lorenzo in su la grada, / e fece Muzio a la sua man severo...

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 4, 73-90, pag. 100, col. 2.20: 'l voler de Muço, per lo quale el fo sí severo alla soa mane, si fo intero, çoè volere absoluto...

[3] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [IV.6], vol. 5, pag. 245.10: e questo egli ne' costumi severissimo incontro alla lussuria parlava. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae I.97, pag. 247: E quanto in arme fu crudo e severo, / Tanto quei che 'l seguia, Corvo, [seguiva, era] benigno, / Non so se miglior duce o cavalero.

[5] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 16, pag. 93.16: Adunque la paura affligge l' uomo severo, la viltá poco stima el mansueto; però che la crudeltá partorisce odio e la familiaritá partorisce dispregio...

[6] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 21, pag. 128.17: Se di cose di solasso è il sermone, quine si vanta avidità e studio, vi si immerge che commuove esiandio gli animi severii e gravi a leggeressa e a riso...

2 [Rif. a un'azione, un comportamento, un modo di essere:] improntato a rigore, serietà, gravità o austerità.

[1] f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.), Collaz. II, cap. 3, pag. 19.38: la ignoranza di questa discrezione costrinse Acab [[...]] a credere che fosse migliore la misericordia sua che non era la severissima esecuzione del comandamento di Dio. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] Fr. da Barberino, Rime, a. 1314 (tosc.), 4.76, pag. 242: Né per ciò men severi / non tenga gl' intelletti vostri alcuno: / faròl contento di punto ciascuno.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 61.24: Li signali cavaliriski et li sacrati aquili et la severa disciplina di li exerciti, la quali è stata certissima guardiana di lu nostru imperiu, lu secutaru a lu infernu tanfin a Xerse...

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 547.9: Deh! crudele uomo, [[...]] almeno muovati alquanto e la tua severa rigidezza diminuisca questo solo mio atto, l'essermi di te nuovamente fidata...

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 27, pag. 168.4: in capitulo non sia briga, ma confessione; sia in coro severa simplicità, intorno all'altare di singulare reverensia onestà.

[6] f Consolazione a Elvia, XIV/XV (fior.), pag. 56v.5: la imitatione delle triste, pericolosa ancora a' buoni, te non ha rivolta, bene allevata nella antica et severa casa... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.1 [Rif. a una condizione (ambientale o psicologica):] che risulta difficile da sopportare o superare.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 5.14: io naufragato, [[...]] rivolgendo nell' animo - affaticato per le severe e disumane persecuzioni...

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 12.3, pag. 85: E sì come la nuova primavera / di fronde e di fioretti gli arbuscelli, / ignudi stati in la stagion severa, / di subito riveste e fagli belli...

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 41.5, pag. 340: ell' è bene essa che n' ha tolto il core / e a lei volto ogni nostro pensiero; / e ciaschedun di noi albergatore / di pianti e di sospiri e di severo / tormento ha fatti e d' ogni altro dolore...

[u.r. 11.12.2017]