GRAZIRE v.

0.1 gransito, grasendo, grasire, grasisce, grazendo, grazire, grazisca, grazita.

0.2 Prov. grazir (Cella, I gallicismi, p. 151).

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 Att. solo in Guittone d'Arezzo.

0.6 N Guittone pare aver fatto ricorso alle diverse accezioni che il verbo ha già in prov.: cfr. SW s.v. grazir.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Rendere felice, appagare (con una ricompensa). 1.1 [Rif. a Dio] Donare la grazia, il bene. 2 Gradire, apprezzare. 2.1 Godere del bene, della grazia (elargiti da Dio). 2.2 Sost. Bene, piacere, grazia. 3 Essere gradito a qno. 4 Rendere grazie (a Dio), lodare.

0.8 Speranza Cerullo 26.10.2016.

1 Rendere felice, appagare (con una ricompensa).

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 13, pag. 159.13: Che gioia gioioza e ghaudiozo ghaudio à me gransito nela gioioza vostra e gaudioza prezente sollenitate, nela quale àn gioito Angeli in Cielo!

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 17.50, pag. 39: e servir pur me piace, / se già merto non face; / ma credo la mia vita / serà anco grazita / per voi, Aldobrandin, conte valente.

1.1 [Con rif. a Dio:] donare la grazia, il bene.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 29, pag. 348.22: Dio, per sua gratia magna, bel dolse amico, doni me gratia e tenpo in tante grasie responder te gratiozo; hovero Esso, che pò, per me grazisca.

2 Gradire, apprezzare.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 41.25, pag. 111: Laido laidisce tutto e, più, bello. Guardate, / mercé, donque a non laidire, / e gradite grazire / le grazie e i piacer soi, / almen quanto gli altroi; / e, poi vol voi, mercé, non lui scifate.

2.1 Godere del bene, della grazia (elargiti da Dio).

[1] ? Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 41.17, pag. 110: Dio donque, re dei rei, bon di bon quale? / [O] voi tenuto maggio intra i maggiori / e non più grande che discreto e retto, / meritando e grazendo ov'è non merto, / serete solo in Dio donque indescreto? || Se non è da interpretare nel senso di 1, intendendo 'elargendo merito e ricompensando dove non c'è alcun merito'.

2.2 Sost. Bene, piacere, grazia.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 4, pag. 79.3: Famoso religioso in bonitate, Don Ranieri d'Aresso, G., Frate, grasire in onni grasia.

3 Essere gradito a qno.

[1] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 11.2, pag. 129: Conte da Romena, non poco / gradereame voi grazire, / ma de battaglia servire / non certo sembrami gioco, / e specialmente contra mio forzore.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 21.60, pag. 48: Quando de ciò m'accorse, / tal gioia en cor me sorse, / che mi face affollire: / e veggio pur grazire - me 'n sua plagenza. / Adonque non dannaggio / mi fa lo temor ch'aggio, / ma deggiol bene amare, / ché storbato m'ha fare - ver lei fallenza.

4 Rendere grazie (a Dio), lodare.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 10, pag. 129.9: O quanto, Donne mie, quanto in tanta grasia grasire dovete Lui! quanto orrare e amare tale Sponso e tanto, rassionale core ragionevilemente amare dea!

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 40, pag. 452.20: Adonque, che piggiore è che piagha? Di piagha non curare esser curato. Unde appaia, Messer, se saggio sete, non vostre piaghe isdegnando, ma venerando, e d'onne gratia grasendo Lui che à piaghato, e dire Lui ch'El piaghi e sani senpre del tucto come Lui piace e sa Lui bono.