RUFFIANEGGIARE v.

0.1 ruffianeggia; f: roffianeggiò.

0.2 Da ruffiano.

0.3 f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.): 1; Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.): 2.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.7 1 Offrire alla libidine altrui. 2 Comportarsi come un ruffiano o una ruffiana; ordire intrighi (in contesto fig.).

0.8 Marco Maggiore 23.02.2017.

1 Offrire alla libidine altrui.

[1] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 5, pag. 82v.2: Ortese Corbio [[...]] menoe la sua vita più dispettevole e più scellerata di tutte meretrici e a la perfine la lingua sua roffianeggiò e dispuosela tra li bordelli così a la lussuria... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Ma cfr. Val. Max., III, 5, 4: «lingua eius tam libidini cunctorum inter lupanaria prostitit».

2 Comportarsi come un ruffiano o una ruffiana; ordire intrighi (in contesto fig.).

[1] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 19, pag. 160.9: questa gran puttana si è la chiesa militante e [[...]] questa gran puttana, cioè pastori di quella, ruffianeggia cholli regi e signiori temporali, coè che' pastori s'acostano a' signiori e agli imperadori, a' re e a' baroni dando loro aiuto e ffavore in detti e in fatti e i· malfare...