SCALTRIMENTO s.m.

0.1 iscaltrimento, scalterimenti, scalterimento, scaltrimenti, scaltrimento, scaltrimentu, scautrimento, scotrimento; f: scaltreminti.

0.2 Da scaltrire.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N La documentazione può essere integrata dalla forma skalderemièntu (σκαλδερεμιέντου) che ricorre come glossa del gr. anchìnoia (ἀγχίνοια, 'prontezza di mente, perspicacia, acume') in un codice greco trascritto in Salento tra la fine del s. XIII e gli inizi del XIV (cfr. Maggiore, Scaltrimento, pp. 75-78).

0.7 1 Capacità (acquisita in partic. attraverso l'esperienza) di prevenire i pericoli e di agire con accortezza (anche con rif. agli animali); prontezza di mente. 1.1 Diffidenza nei confronti di un pericolo potenziale. 1.2 Abilità conseguita in una det. attività per mezzo dell'esperienza. 1.3 [Con connotazione neg.:] capacità di agire astutamente (in partic. ai danni di qno). 2 Astuto inganno (ai danni di qno).

0.8 Marco Maggiore 28.02.2017.

1 Capacità (acquisita in partic. attraverso l'esperienza) di prevenire i pericoli e di agire con accortezza (anche con rif. agli animali); prontezza di mente.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 76, pag. 89.13: È detta in uno modo prudenza un sottile scaltrimento, per lo quale si muove l'uomo per diritta ragione a conoscere il bene dal male.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 72, pag. 85.8: Per la prima figura del suo scaltrimento [[scil. della leonessa]] potemo figurare che le femene possano alcuna volta dare tostano e bono consiglio...

[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 468, pag. 342: Le retene ày piliate, / et fece via ennascosta, / da la Prudentia docta / de saviu scaltrimentu.

[4] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 21, pag. 205.12: Ciascheduno de' maschi, dunque, con grande scaltrimento si dé guardare e sapere schifare le lor frode e i· loro inganno.

[5] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 3, pag. 239.14: Come è grande fatica qui, e come grande senno e iscaltrimento è mestieri a conoscere con verace conoscimento i buoni!

1.1 Diffidenza nei confronti di un pericolo potenziale.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 18d.4, pag. 259: Cotale gioco mai non fue veduto, / c'aggio vercogna di dir ciò ch'io sento, / e dottone che non mi sia creduto, / però c'ogn'om ne vive a scaltrimento...

1.2 Abilità conseguita in una det. attività per mezzo dell'esperienza.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 10, pag. 92.6: parea bene che in lei [[scil. la reina Artemidora]] fosse maraviglioso vigore d'uomo, e di battaglia grande iscaltrimento.

1.3 [Con connotazione neg.:] capacità di agire astutamente (in partic. ai danni di qno).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 239, pag. 11: Zené sta otïoso, repossa e perde 'l tempo, / Sta mus, imbrega li oltri, e quest è argumento / K'el è tut plen de vitio e de re scaltrimento...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 85.28: Il Signore dee [[...]] coloro saviamente sceverare dall'oste, e mandargli a fare alcuna cosa [[...]] con tanto scaltrimento, e sottigliezza, che essendo cacciati estimino nell'animo che siano eletti.

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 40, vol. 3, pag. 128.12: Spesse volte sono insieme lo scaltrimento e la incontinenza; e però che lo scaltrimento è diviso dalla prudenza, sì è la prudenza pure nelle buone cose, ma lo scaltrimento è nelle buone e nelle rie.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 81.23, pag. 401: e par che 'li ajam venzuo / quelo inimigo malastruo, / d'ogni mar scotrimento pin / per inganar queli meschin / chi no san tener lo stao / de ben che eli àm comenzao...

[5] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 32, 109-123, pag. 704, col. 2.44: qui vol dire che l'argumenti eretici hanno tanto scaltrimento in sé, che fano errare li fidili.

2 Astuto inganno (ai danni di qno).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 593, pag. 548: Deu, quanti fa a li omini diversi scaltrimenti! / L'amor q'ele li porta no li pasa li denti, / ké mile volte al çorno a le[r] se mua talenti: / no se 'n pò enfïare amisi né parenti.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 25, pag. 163.21: P(er)ciò k'uno filosofo disse: «Termine a t(er)mine agiungnere a colui ke priega è scaltrime(n)to di negare».

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 45, pag. 80.22: E convertivvi in piccol tempo molta gente, tra per suoi scalterimenti, e per lo grande aiuto de' demonî: e appellasi Alcoran , e appo noi legge pagana.

[4] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. I, cap. 19, pag. 18r.2: Ma dal diavolo nasce l'ordine de' pensieri, quando si sforça di pervertirci sì per lo dilecto de' viçi come per gli oculti aguati, frodolentemente mostrando con soctilissimo iscaltrimento i mali per li beni... || DiVo; non att. nel corpus da altra ed.

[5] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 242.27: e conzò fosse che molto plu paresse esser Sarraxini che Cristiani, in nessun muodo ampò se aldegava li Sarrasini choli Cristiani vegnire a batalgia generale, ma, per alguni scaltrimenti, molti senestri o ver danni a quelli faxeva, deli quali uno fo chotal...

[6] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 186.30: Il perchè vedendo che la terra si tenea con molti scalterimenti, perdè la speranza d'averla...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 3, vol. 2, pag. 120.31: O que grandi imperiu fu pilyatu per pizzulu scaltrimentu!

[8] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 433-36], pag. 36v.11: Ovidio [[...]] dise che, a voler sieguer et dire le male arti e li maledetti scaltreminti dele puttane, se ello avesse diexe boche cum diexe lengue, el no li bastarave... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[u.r. 10.06.2022; doc. parzialm. aggiorn.]