0.1 imtemperati, intemperà , intemperata, intemperate, intemperati, intemperato, 'ntemperato.
0.2 Lat. intemperatus (DEI s.v. intemperato).
0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 3.
0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; f Etica di Aristotele volg., a. 1295 (fior.); Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.); a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.).
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Che eccede i limiti (con rif. all'equilibrio tra caldo e freddo). 1.1 [Detto specif. di un luogo:] che ha un clima in cui caldo e freddo non hanno una distribuzione equilibrata. 2 Che presenta uno squilibrio rispetto al naturale equilibrio degli umori. 3 Che tiene un comportamento sregolato e immoderato. [In partic.:] che si abbandona senza freni al godimento dei piaceri materiali (specif. dei piaceri sessuali). 3.1 [Rif. a un soggetto astratto o a un det. comportamento:] che non si contiene entro la giusta misura; senza regola e controllo. 4 Che esagera o tende a esagerare.
0.8 Diego Dotto 21.12.2015.
1 Che eccede i limiti (con rif. all'equilibrio tra caldo e freddo).
[1] Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.), L. 2, cap. 7, ch., pag. 226.5: il freddo temperato è cagione della rugiada, e lo intemperato e non eccellente è cagione della piova, e lo excellente è cagione di neve e di brina.
1.1 [Detto specif. di un luogo:] che ha un clima in cui caldo e freddo non hanno una distribuzione equilibrata.
[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 11, cap. 29, vol. 3, pag. 282.10: Non può ancor sostenere i luoghi intemperati di freddo mortificante.
2 Che presenta uno squilibrio rispetto al naturale equilibrio degli umori.
[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [5.5], pag. 10.14: E quelo humore, el quale se inçendera de le olive, fi intemperà puco.
3 Che tiene un comportamento sregolato e immoderato. [In partic.:] che si abbandona senza freni al godimento dei piaceri materiali (specif. dei piaceri sessuali).
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 8, pag. 139.28: per lo matrimonio, l'uomo può ischifare il peccato della distemperanza, ché coloro che non si possono tenere delle femmine, essi si debbono ammogliare, acciò ch'ellino non sieno intemperati...
[2] f Etica di Aristotele volg., a. 1295 (fior.), L. III, cap. 12, pag. 25v.23: Tal fiata è l'uomo intenperato et incasto, per ch'elli s'atrista più che non dèe quando non <on> puote avere la cosa ch'elli disidera. || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus legge: «non temperato»: cfr. <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 18, vol. 3, pag. 66.12.
[3] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 202.34: Queste parole e le simile si debono intendere ne l'uomo intemperato.
[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 77.19: Ora, sì come le seconde cagioni agiungono alla prima, o remuovono sanza rompere ordine naturale, sì come che ogni uomo per la prima cagione, cioè per Dio, è produtto nel mondo ad essere virtuoso e temperato, e per le seconde cagioni, cioè per le celeste, ello serà vizioso ed intemperato, e non però sarà ro[tt]o l' ordine della natura...
[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 33, pag. 200.12: se v'ha delli intemperati [[spiriti]], che in del mal fare si dilettino, temperali...
3.1 [Rif. a un soggetto astratto o a un det. comportamento:] che non si contiene entro la giusta misura; senza regola e controllo.
[1] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 330.17: E tra l' altre cose che fanno rei sogni e oscuri, si è lo 'ntemperato e disordinato uso della lussuria...
[2] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1129.19: Io lascerò stare la rabbia di Iezabel, il furore di Tullia Servilia, la lussuria di Messalina [[...]] e così la intemperata arroganza di Cassandra...
4 Che esagera o tende a esagerare.
[1] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [VI.38], vol. 6, pag. 70.21: nel che è poca fede data, cioè nel numero allo scrittore, però che nello accrescere numeri niuno è più intemperato... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Liv., XXXVI, 38, 7: «non alius intemperantior est».