0.1 oscene, osceni.
0.2 Lat. obscenus (DELI 2 s.v. osceno).
0.4 In testi tosc.: f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
L'es. da Giordano da Pisa, cit. a partire da Crusca (3) e passato a TB, è con ogni prob. un falso del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 88-90.
Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Che offende o è contrario al comune senso del pudore (con rif. spec. a un comportamento lussurioso o agli organi sessuali). 2 Estens. Che suscita ripugnanza.
0.8 Diego Dotto 21.12.2015.
1 Che offende o è contrario al comune senso del pudore (con rif. spec. a un comportamento lussurioso o agli organi sessuali).
[1] f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.), Collaz. XXIV, cap. 25, pag. 313.19: E certo se voi vorrete [comparare] il soave odoroso fiore della verginità e la soave e odorosa purità della castità agli osceni e fetenti letami della lussuria... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 49, pag. 336.34: Essi [[...]] caccian da sé ogni reverenzia materna, mostrando di credere che le madri tengano gli occhi chiusi o che esse non possano dalle oscene parti de' figliuoli esser mosse...
[3] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. II, pag. 520.14: né a le perfine aver opponude le man ale oscene parte. || Cfr. Ov., Ars am., II, 584: «Partibus obscenis».
[4] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. VII, cap. 27, vol. 3, pag. 134.23: per lo castrare delli genitali, per lo tagliare delle membra, per lo consecrare delli molli e soddomiti, per le feste delli impuri e osceni giuochi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 5, 121-138, pag. 171.27: E qui è da notare che le lezioni oscene e disoneste si deono schifare, perché inducono l'uomo a peccare.
[6] f Giordano da Pisa, Prediche (Redi): La rea femmina se gli fece incontro con atti baldanzosamente osceni. || Crusca (3) s.v. osceno.
2 Estens. Che suscita ripugnanza.
[1] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 50.8, pag. 50: L' oscure fami e i pelagi tirreni, / e pigri stagni e li fiumi correnti, / mille coltella e gl' incendi cocenti, / le travi e i lacci e' 'nfiniti veneni, / l' orribil rupi e massi, e' boschi pieni / di crude fere e di malvagie genti, / vegnon, chiamate da' sospir dolenti, / e mille modi da morire osceni.