SOBRIETÀ s.f.

0.1 sobbrietà , sobbrietade, sobrietà , sobrietá, sobrietade, sobrietae, sobrietate, sobrietati.

0.2 Lat. sobrietas, sobrietatem (DELI 2 s.v. sobrio).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).

In testi sett.: Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a sobrietà 1.4.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Inclinazione o specif. modo di vivere proprio di chi non eccede nel consumo di bevande alcoliche. 1.1 Moderazione nel mangiare e nel bere. 1.2 Moderazione negli atti o nel soddisfacimento dei bisogni o degli impulsi; condotta improntata alla semplicità e alla parsimonia. 1.3 Assennatezza, raziocinio. 1.4 Locuz. avv. A sobrietà : a sufficienza.

0.8 Diego Dotto 07.03.2016.

1 Inclinazione o specif. modo di vivere proprio di chi non eccede nel consumo di bevande alcoliche.

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 13, pag. 15.22: La una soa parte si è sobrietade, per la quale l'omo usa el bever sì co el de' segondo raxon.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 3, vol. 2, pag. 75.2: Lu quali, firendu sua mulyeri di unu bastuni, la aucisi però que issa avia bivutu vinu; [[...]] eciandeu non appi reprehendituri pensandu chascunu que issa patiu pena di la violata sobrietati per optimu essemplu.

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 97, comp. 39.10, pag. 113: Lo sobrio Bacho riconforta l'animo, / l'ingiegno aguzza e fa l'omo magnanimo. / La sobrietate çaschun bene acatta.

- [Personificata].

[4] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 14, comp. 43.71, pag. 124: Per quella piaggia de virtute pregna / giva la Temperança e, con sua sorte, / Discretione, Sobrietà e Degiuno / andava ad uno ad uno...

1.1 Moderazione nel mangiare e nel bere.

[1] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 29, vol. 3, pag. 326.2: Sobrietà è a domare lo diletto dell'assaggiare, e della bocca, per temperanza di ragione.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 105.7: Sobrietade si è un albero prezioso che elli guarda la santade dell'anima e del corpo, siccome disse la Scrittura, e di ghiottornia e d'oltraggio di bere e di mangiare...

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 34.7: né a chi no se conten dèn mae continentia, né al goliardo han daghio sobrietae...

[4] Gl f Chiose a Valerio Massimo (C - L. III-IV), c. 1346 (tosc.), chiosa a [IV.1.praef.], pag. 59v.21: Sobrietade è virtude per la quale costrignamo il soperchio del mangiare e del bere. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De le VIJ virtude principale, vol. 1, pag. 172.21: si som le VIJ vertue principae chi respondam a li VIJ vicij, [[...]] sobrietà co(n)tra jotonia.

[6] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 195, pag. 304.2: Sobrietati guarda misura in biviri et in mangiari, ki l'omu non faça autragiu...

1.2 Moderazione negli atti o nel soddisfacimento dei bisogni o degli impulsi; condotta improntata alla semplicità e alla parsimonia.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 24, pag. 349.11: Et in sè la temparanza à novie spezie, cioè risparmiamento, modestia, vergognia, prudenzia, moderanzia, astinenzia, onestà e [parcità] e sobbrietà .

[2] Gl Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 54, pag. 282.3: [11] La parcitade èe no(n) passare la misura del ma(n)giare. [12] La sobrietade èe costri(n)gere lo soperchio con impeto.

[3] Gl Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 12: [11] Sobrietà è raffrenare la sop(er)chia volontà.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 111.10: Lo quinto grado di sobrietà si è guardare misura in abito e in preziose robe, ove l'uomo passa sovente misura, e fae molto oltraggio.

[5] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 194, pag. 298.21: Lu terçu gradu di sobrietati est mittiri et guardari misura in parlari...

1.3 Assennatezza, raziocinio.

[1] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 31, pag. 178.8: Allora Paolo rispose: Non sono pazzo, e non sono fuori del senno, o ottimo Festo, ma parlo parole di sobrietade e di verità...

- [Con opp. allo stato di esaltazione e estasi del rapporto mistico con Dio].

[2] f Giovanni da San Miniato, Moralia S. Greg., a. 1415 (tosc.), L. XXX, cap. 19, pag. 1190.12: Ovveramente noi siamo sobrii a voi. Noi conosciamo di chiaro che se i santi uomini ci volessero predicare quello che eglino conoscono di Dio, quando sono inebbriati in quella supernale contemplazione, e non temperassero la loro scienza piuttosto con una modesta sobrietà , niuno di noi potrebbe comprendere l'eccellezza della patria superna per l'intelletto defettivo e piccolo che noi abbiamo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.4 Locuz. avv. A sobrietà : a sufficienza.

[1] Gl Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 41.9: E l'apostolo c'insegna in questa maniera ad imprendere: non sapere più che non ti fa mestiere di sapere, brìgati di sapere a sobrietade, cioè nè poco nè troppo.

[2] f Giovanni da San Miniato, Moralia S. Greg., a. 1415 (tosc.), L. XX, cap. 10, pag. 810.2: La cui audacia bene raffrena lo egregio predicatore Paolo, dicendo: Non volere sapere più che ti sia bisogno di sapere; ma sappi a sobrietade. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.