SOBRIO agg./s.m.

0.1 sobri, sobria, sobrie, sobrii, sobrij, sobrio, sobrïo, sobriu, sobrj.

0.2 Lat. sobrius (DELI 2 s.v. sobrio).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.2.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.); f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.); Doc. padov., 1380; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. Montecassino, XIV (luc.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Nota il francesismo non adattato in f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Suet. Jul.] (R) 100, pag. 587.14: «Catellina e tutti gli altri fuorono viroigne; elli solo beveva vino a misura. "Egli solo sobres, ciò disse Catone, mise mano a distrugere il comune."», cui corrisponde qui 1 [1] (viroigne sarà una cattiva lettura per ivroigne).

0.7 1 Che non è alterato dagli effetti di bevande alcoliche. 1.1 Moderato nel mangiare e nel bere, nel soddisfacimento degli istinti naturali. 1.2 Moderato negli atti o nel soddisfacimento dei bisogni o degli impulsi; che ha un modo d'apparire o una condotta improntati alla semplicità e alla parsimonia. 1.3 Misurato nei sentimenti o nello stato d'animo. 2 Estens. Privo (di qsa).

0.8 Diego Dotto 07.03.2016.

1 Che non è alterato dagli effetti di bevande alcoliche.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 46, pag. 270.6: Cesare, sobrio, ciò disse Catone, misse mano a struggiare lo Comune.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 14.11: per la quali clemencia et muderanza issu consegutau per certu et que li Tarentini sobrij l'arenderu gracij et li ebrij pregavanu Deu pir issu et per la sua saluti. || Cfr. Val. Max., V, 1.ext., 3: «sobrii».

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 97, comp. 39.8, pag. 112: Lo sobrio Bacho riconforta l'animo, / l'ingiegno aguzza e fa l'omo magnanimo.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 247.30: Soleva essere sobrio, temperato, astinente. Ora deventato destemperatissimo vevitore, summamente usava lo vino.

- Sost.

[5] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 83, pag. 229.7: che gli ebbri fanno cosa, di che' sobri molto si vergognano, e che ebrezza non è altra cosa, che pazzia volontaria.

- [In contesto allegorico].

[6] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 38.110, pag. 133: La Temperanza è 'l mio, non so del tuo, / Rispuose questa; e meco vien Discreto, / Sobrio, Diçuno e Cheto...

1.1 Moderato nel mangiare e nel bere, nel soddisfacimento degli istinti naturali.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 88.28: Sobri in mangiare e in bere, che troppo mangiare e troppo bere è grande accendimento del fuoco di lussuria.

[2] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 355.7: Firenze [[...]] si stava in pace, sobria, cioè temperata in mangiare e 'n bere, e pudica, cioè in abito ed in atto onesto...

[3] f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.), Cap. V.97, pag. 156: non disonesto, iracondo, pomposo, / non frodolente con viziate gote, / discreto, casto, sobrio, studïoso... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 12, pag. 515.28: Ed estiman molti che questo filosofo fosse ghiottissimo uomo; la quale estimazione non è vera, per ciò che nessun altro fu più sobrio di lui...

[5] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 71.19: Cellerarius monasterii eligatur de congregacione sapiens, maturis moribus, sobrius, non multum edax, non elatus [[…]]. Lu celleraro de lu monastero sia scilto de la congregacione, e che sia savio, maturo de costume, no(n) multo manducatore, sobrio, (et) no(n) sup(er)bo...

- [Con valore avv.].

[6] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 3.12, pag. 43: viver con buon costumi onesto e sobrio: / però ch' egli è obbrobrio / usar con Bacco e poi dormir con Venere...

1.1.1 [Dello stomaco:] svuotato.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 248.6: Digesto è propio smaltito, quando è sobrio, levate via tutte le vivande, quale in nutrimento, quale in feccia.

1.1.2 Caratterizzato da moderazione nel mangiare e nel bere.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 26, pag. 371.20: In queste così oneste e sobrie comessazioni, o conviti che vogliam dire...

1.1.3 In quantità modesta, tale da non eccedere i giusti limiti.

[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 5, pag. 383.18: Lo tuo cibo sia sobrio, e moderato, sicchè lo tuo ventre non sia mai troppo pieno, nè gravato...

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 37.31: per l'aitorio del cibo e per lo bever sobrio cresse 'l so' vigor e sta tuto allegro e tuto confortoso.

[3] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 108, pag. 355.15: e poi che cominciò a riprendere i nostri diletti, e a lodare gli animi casti, e' mangiari sobrj...

1.2 Moderato negli atti o nel soddisfacimento dei bisogni o degli impulsi; che ha un modo d'apparire o una condotta improntati alla semplicità e alla parsimonia.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 15, pag. 49.18: Ché l'uomo, quando elli vive temperatamente, secondo ciò che ragione comanda, elli è sobrio.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 1, cap. 1, pag. 138.10: Del quale dice s(an)c(t)o Pietro: «Fratres sobrii estote et vigilate in orationibus [[...]]», cioè 'Frati siate sobrii (et) solleciti (et) veghiate innell'orationi...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 15.99, vol. 3, pag. 250: Fiorenza dentro da la cerchia antica, / ond' ella toglie ancora e terza e nona, / si stava in pace, sobria e pudica.

[4] Stat. assis., 1329, pag. 162.17: Emperciò ci agionse «sobriamente», cioè quanto a sé, aciò che siamo sobrii ello vivere, ello vestire, ell' andare, nello usare, nell'affecto, nell'acto.

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 14, pag. 63.15: E s. Pietro ci ammonisce, e dice: Fratelli miei, siate sobrii, e vegghiate in orazioni, perocchè il diavolo vostro avversario va dintorno come leone che rugge cercando come possa divorare.

[6] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De lo matrimonio, vol. 1, pag. 203.24: E p(er)zò dixe Sam Polo che le femene dem amar lo lor segnor e honorarlo e star sobrie e caste, çoè caste senza aveyr nì cognesce atro homo, salvo so marìo...

[7] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. III, [vv. 757-58], pag. 119r.97: Qua açonçe Ovidio a questo amaistramento et dise: quando tu vay al convivio, non recever cibo a casa toa enançi che tu vadi, perché tu non serissi cossì sobria, né cossì sufficiente ad honestade, che per certo quanto la fante è più çuna, ella è più senciera et men desonesta... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 15, 97-111, pag. 452.29: Si stava in pace, sobria; cioè temperata in suo vivere...

1.2.1 [Con sogg. astratto:] caratterizzato da parsimonia e moderazione.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 5.5: qui il temperato, ordine vedrà di sobria vita.

[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 1, pag. 654.3: tenendo per sé l'uso temperato e sobrio; riservando in tutti suoi costumi alcuna similitudine della vita di Cristo.

1.3 Misurato nei sentimenti o nello stato d'animo.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 107.24: Questo senno spirituale, che viene di perfetto amore di Dio, fa il cuore sobrio e temperato, e in tutte cose ammisurato...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 102.2, pag. 81: Chi vol d'amore conoscer l'effecto / ne l'animo sïa sobrïo molto, / che donna no l'aça preso o tolto, / e sano remagna de l'inteleto.

1.3.1 [Con sogg. astratto:] fornito di raziocinio; assennato.

[1] Doc. padov., 1380, pag. 71.26: et habua sobria deliberacione de volumptade nostra, digemo, sente(n)ciemo et a(r)bitremo e(n) questo modo.

[2] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XX, cap. 21, vol. 8, pag. 206.5: Però che le locuzioni figurate si mischiano colle proprie al modo profetico: sì che la intenzione sobria pervenga all'intelletto spirituale quasi che con utile e salutevole fatica... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] f Bonaventura di Demena (?), Cons. filos., XIV (ven.), Cap. 1, pag. 91.6: e sì non è punto coxa reprensibele se la novitade si è de le coxe utile e bone e s'ela sè sobriamente e utilmente ordenada, imperçò che la natura se deleta in la utile e sobria e bona novità, e aprende molto intentivamente e deletosamente la utilitade de alguna scritura quando ella è nuovamente ordenada. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2 Estens. Privo (di qsa).

[1] f Serdini, Rime, a. 1420 (sen.), 2.18, pag. 6: E or mi trovo denudato e sobrio / d'ogni mia arme e di paura carico... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.