VERECONDIA s.f.

0.1 verecondia, verecundia, verecundij, vericundia.

0.2 Lat. verecundia (DELI 2 s.v. verecondo).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Dante, Convivio, 1304-7.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. Montecassino, XIV (luc.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Disposizione d'animo di chi teme di essere biasimato, in partic. per una condotta moralmente sconveniente. 1.1 Sentimento di umiliazione (del penitente). 1.2 [Come virtù civile:] timore di essere biasimato per non essersi adoperato. 1.3 Disposizione d'animo di chi è privo di presunzione. Estens. Atteggiamento o comportamento improntato a modestia e umiltà. 2 Sentimento di ritrosia e imbarazzo, senso del pudore (con rif. alla sfera sessuale). 3 Infamia, disonore.

0.8 Diego Dotto 07.03.2016.

1 Disposizione d'animo di chi teme di essere biasimato, in partic. per una condotta moralmente sconveniente.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 9, pag. 103.25: [[i movimenti d'animo]] sono grazia, gelosia, disdegno e corruccio del bene e dell'allegrezza dei malvagi, misericordia, invidia e verecondia...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 25, pag. 422.11: Dico che per vergogna io intendo tre passioni necessarie al fondamento della nostra vita buona: l'una si è Stupore; l'altra si è Pudore; la terza si è Verecundia; avegna che la volgare gente questa distinzione non discerna. E tutte e tre queste sono necessarie a questa etade per questa ragione: a questa etade è necessario d'essere reverente e disideroso di sapere; a questa etade è necessario d'essere rifrenato, sì che non transvada; a questa etade è necessario d'essere penitente del fallo, sì che non s'ausi a fallare.

[3] Gl Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 25, pag. 425.6: La verecundia è una paura di disonoranza per fallo commesso; e di questa paura nasce un pentimento del fallo...

1.1 Sentimento di umiliazione (del penitente).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 38, pag. 201.10: Questa vergogna ch'è data in sacramento è parte de la croce di Cristo, e satisfà molto a la colpa, secondo la vergogna che nne sostieni e la pura volontà. In molti luoghi de la Scrittura questa verecundia è appellata acqua e lavamento.

[2] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 95.30: Ideo autem eos in ultimo aut seorsum iudicavimus debere stare, ut visi ab omnibus vel pro ipsa verecundia sua emendentur. Et i(n)p(er)czò iudicamu che quisti tali deganu stare sparti deretro l'artri, che sianu viduti de tutti, voy p(er) quista sua verecundia se emendanu.

1.1.1 Rossore del viso conseguente a sentimenti d'imbarazzo e biasimo di sé.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 1-21, pag. 76, col. 1.21: Di color consperso, çoè: quella verecundia ch'ha la soa radixe in bono proposito.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 62.10: 20. Del color consperso ec. Cioè quella verecundia, che [ha] la sua radice in buono proposito.

1.2 [Come virtù civile:] timore di essere biasimato per non essersi adoperato. || Cfr. verecondo 1.1 [1].

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 60.13: 20. Eciandeu da laudari esti la verecundia di lu populu, lu quali, offrenduse non pigramenti ma promptamenti a li fatighi et a li periculi, a chò intendia sullicitamenti que a li jmperaturi non fussi besognu de dari sacramentu di homu d'armi a nullu arendabili per testa... || Cfr. Val. Max., II, 3, 1: «uerecundia».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 155.6: In quistu locu que puttimu nuy altru fari si non laudari la verecondia di quillu seculu in lu quali quilli qui mancavanu di verecondia eranu puniti in cutantu excessu? || Cfr. Val. Max., VIII, 2, 4: «uerecundiam [[...]] a pudore».

1.3 Disposizione d'animo di chi è privo di presunzione. Estens. Atteggiamento o comportamento improntato a modestia e umiltà.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 13, vol. 2, pag. 177.15: Adonca sapientissimi mastri su di la lur arti, da li quali su estimati li lur studij con verecundij et li altruy studij su estimati sutilimenti. || Cfr. Val. Max., VIII, 12, 1: «propria studia uerecunde et aliena callide aestimantur».

[2] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Prol. cap. 1, vol. 1, pag. 2.1: sì come quello che era maestro in Atene e potente, le dottrine del quale, gli esercitati studii de l' Academia divulgavansi per fama, fece sè peregrino e discepolo, più presto volendo con verecondia imparar l' altrui cose, che senza reprensione porgere le sue.

2 Sentimento di ritrosia e imbarazzo, senso del pudore (con rif. alla sfera sessuale).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 5, vol. 1, pag. 177.20: ca issu [[scil. Cesare]], sfurzatu et plagatu di multi spiti di li parricidi [[...]] non si potti spagnari, con XXIIJ plaghi que issu appi, que issu non ubedissi a la verecundia: ca per certu issu cu ambiduy li mani abassau la toga, a chò que la suttana parti di lu sou corpu cadissi cuperta.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 5, vol. 2, pag. 48.22: Lu quali nu dubitau di concediri la sua carissima mulyeri a so filyu, imputandu a la furtuna zò que so filyu era cadutu in amur di Straconites et imputandu a vertuti et a verecundia zò que issu lu cupria fin a la morti. || Cfr. Val. Max., V, 7.ext., 1: «ipsius pudori inputans».

3 Infamia, disonore.

[1] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1343] 21.49, pag. 383: Guarda qual basmo segue e verecundia, / se vendetta di prender tu consenti / con ira...