VACILLARE v.

0.1 bacillare, vaccilla, vaccillare, vaccille, vacilando, vacilla, vacillando, vacillano, vacillante, vacillanti, vacillare, vacillaro, vacillasse, vacillato, vacillau, vacillava, vacille, vacillerai, vacilli, vacillono, vagilla, vagillare, vagillasse, vagillava, vaxillassi.

0.2 Lat. vacillare (DELI 2 s.v. vacillare).

0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 2.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Le forme con -g- e simili corrispondono a un continuatore parzialmente popolare (DELI 2 s.v. vacillare).

0.7 1 Essere privo di stabilità, malfermo; muoversi di qua e di là. 1.1 [Con rif. a un tessuto organico:] essere flaccido. 1.2 Fig. Dare segni d'instabilità politica. 2 Fig. Essere privo di fermezza e costanza (in senso morale). [In partic.:] essere indeciso in una scelta, non sapersi risolvere a fare o credere in qsa. 2.1 [In partic.:] rischiare di cadere nel peccato. 2.2 Rendere privo di fermezza e costanza. 3 Fig. Essere confuso o svanito (con rif. all'annebbiamento delle facoltà mentali). 3.1 Essere in parte privo delle facoltà intellettive.

0.8 Diego Dotto 13.07.2016.

1 Essere privo di stabilità, malfermo; muoversi di qua e di là.

[1] Gl Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 91, col. 1.9: Et per diversi movimenti vagilla, cioè in qua et in là va come l'uomo ebro...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 21.69, pag. 397: or qua or là ciascun par che vacilli.

[3] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 515-16], pag. 41r.39: dise ch'el to pè non debia nodar en la larga pelle, o sia del calçaro, o sia dell'osatto, ch'el non sta ben all'amador aver così ampi calçari ch'el pè vagheçe et vaccille entro. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- [In contesto fig.].

[4] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 142.6, pag. 203: Ma poi ch'albore e vela a la mia nave, / Che su l'onde d'Amore ancor vacilla...

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 20, pag. 123.15: Voglio io legare con sode fune e fortissimi canapi, sì che stia fermissimo né vacilli.

1.1 [Con rif. a un tessuto organico:] essere flaccido.

[1] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 153, pag. 79.12: Si la natura di la fimmina fussi troppu aperta ki lu collu di la matri vaxillassi, per quali cosa la conceptioni si impedica.

1.2 Fig. Dare segni d'instabilità politica.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 83, vol. 3, pag. 174.17: e poi rimandavano per lui, come popolo ch'era in bacillare e in non fermo stato.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 24, vol. 2, pag. 315.15: il perché lo stato di Montepulcianesi vagillava, ed era sanza riposo...

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 90.13: che la degnitate de vostra signoria sotto li piriculi de la fortuna vaccille...

2 Fig. Essere privo di fermezza e costanza (in senso morale). [In partic.:] essere indeciso in una scelta, non sapersi risolvere a fare o credere in qsa.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 23: Et du(n)qua co(m)pone la tua me(n)te et sta' in tei, no(n) vacillando ma avendo fermessa, che Seneca in dele Pistule disse: lo primo sengno dela me[n]te be(n) co(m)posta penso che sia pot(er)e fermame(n)te stare in séi, cioè i· del [suo] p(ro)ponime(n)to.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 38, vol. 3, pag. 367.1: Lo settimo ufficio è, ad andare al primo assalto, e soccorrere ad aiutare quelli che sono infieboliti, ed a sostenere quelli che vacillano o fuggono.

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, 17.49, vol. 3, pag. 231: Et in somma togli tale / regula generale: / ricorri a la tua mente / d' ogni tal convenente / e dove ella vacilli, / ricorri a' buon' consilli.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 245.5, pag. 155: Possa ch'è vegla, çamay non vacilla / ch'ella non sia rufiana e triçadra...

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 184.2: sì come li Appostoli certi poi della resuressione, infino che Cristo apparve tra loro, sempre vacillaro, e non furono costanti, nè fermi.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 1, vol. 2, pag. 152.7: Per quistu medemmi dubiu vacillau lu animu a Publiu Dolabella... || Cfr. Val. Max., VIII, 1.amb., 2: «animus fluctuatus est».

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 256.2: Le quali sentendo tutte l'alto signore Laomedonzio, vagilla per grande ardore di pensieri... || Cfr. Aen., VIII, 19: «magno curarum fluctuat aestu».

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 29, pag. 242.33: commo devisse inver de lo signore tuo de la citate toa avere l'animo constante e fermo, modo allo presente te vedemmo vaccillare e llassivamente descorrere a quello che non dive.

- [Con sogg. non animato].

[9] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 16, pag. 35.28: e quasi ciò che assertivamente avea davanti a lei detto di voler pur seguire, pentendomi, nella mente mi vacillava...

[10] f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.), Collaz. XX, cap. 1, pag. 247.11: e se si tacesse il merito e la bontà del dicitore, vacillerebbe l' autorità de' suoi detti. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.1 [In partic.:] rischiare di cadere nel peccato.

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. VII, cap. 25, pag. 122v.20: et andando attorno vacillando siamo impacciati di più grassi viçi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 1-21, pag. 76, col. 1.13: qui mostra la fragilità umana che siando in penitencia spesso vacilla.

2.2 Rendere privo di fermezza e costanza.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 6.28, pag. 22: Segui li buoni exempi, / parla quando è mestieri, / et fa' che i tuoi pensieri / non vadi vacilando, / ché ad dominum te comando.

3 Fig. Essere confuso o svanito (con rif. all'annebbiamento delle facoltà mentali).

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 2, pag. 5.6: Avvenne che questo ser Mazzeo, venendo nel tempo della vecchiezza, cominciò alquanto a vacillare, e non sì però, che l' usato presente di fare non seguisse.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 39.4: Per quel balsamo puro che distilla / da le tuo chiare luci e vive fonti, / son sì le vene chiuse e i nervi ponti, / che 'l cor ne spasma e la mente vaccilla...

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.8, pag. 178: «Compagno mio, se Dio mi façça bene, / io non so se la mente tua vacilla / o se forse da novo ti sovene / dele guerre de Turno e de Camilla, / ché, vegiando la pace di Lombardi, / ti par veder lançar bombarde e dardi».

3.1 Essere in parte privo delle facoltà intellettive.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 16, 85-96, pag. 316, col. 2.4: l'anima è creata da Deo simplice, çoè no acompagnada né cumposta d'altra cosa, et è sí extratta da omne cosa, che ella pargolegia, çoè vacilla, tutto a modo de puerizia; comença ad intender per li sensi, e talora s'inganna, e talora noe, com'è detto...