0.1 moricche, murci, murice, murriche; f: morice, muriqua. cfr. (0.6 N) murex.
0.2 Lat. murex, muricem (DELI 2 s.v. murice).
0.3 Tesoro volg., XIII ex. (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).
In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.).
0.5 Nota muriqua in F Tesoro volg., XIV pm. (pis.).
Le grafie moricche, muriqua, murriche nelle tradizioni del Tesoro volg. dipendono dal modello fr. (morique e sim.).
0.6 N Att. anche come latinismo non adattato in Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.): «abi conseio de le piere pretiose e de la lana tinta del color de murex», ripreso in f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.): «drappi tenti d'un sangue de una concha che fi appelado murex».
Doc. esaustiva.
0.7 1 [Zool.] Varietà di mollusco gasteropode marino diffuso nel Mediterraneo (Murex brandaris), da cui si ricava un pigmento utilizzato fin dall'antichità per la tintura dei tessuti. 2 Pigmento di colore rosso violaceo utilizzato per la tintura dei tessuti. 3 [Armi] Nell'antica Roma, arnese bellico con punte di ferro per ostacolare l'avanzata dei nemici in un assedio.
0.8 Diego Dotto 29.11.2016.
1 [Zool.] Varietà di mollusco gasteropode marino diffuso nel Mediterraneo (Murex brandaris), da cui si ricava un pigmento utilizzato fin dall'antichità per la tintura dei tessuti. || Considerato un pesce negli es.
[1] Gl Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 4, cap. 4, pag. 66.4: Anche è in mare un'altra conchilla d'un'altra maniera, che si chiamano moricche, e le più genti le chiamano l'ostrice, in ciò che quando l'uomo gli taglia intorno, eglino nascono lacrime, di che l'uomo tigne le porpore di diversi colori, e quella tintura è delle sue carni.
[2] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 45.2: Capitol de le murice.
[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 154.4: gli pesci Conche notavano per le sommità del lago, col pesce Murice.
[4] Gl Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 13, pag. 279.15: Ancora ène un'altra coquilla in mare la quale àne nome murriche, et più gente la chiamano arstro, perciò che quando l'uomo l'àne taglata torno di lei sì n'esce lagrime di che l'uomo tinge la porpore...
[5] f Rim. Am. Ovid. (Laur. 41.36), XIV pm. (fior.), Cap. [vv. 699-714], pag. 108r.2: se quella porpora tu vorrai aguagliare colla porpora vera che ssi fa del pesce morice della contrada di Tiria, la prima ti parrà più laida. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[6] Gl F Tesoro volg., XIV pm. (pis.): Un'altra coquilla àe in mare che à nome muriqua, e molti l'apellano ostra, perciò che quando ella est talliata intorno di lei, sì n'esce lagrime, unde l'omo tinge la porpore... || Laur. Pl. XC inf. 46, c. 53r.
2 Pigmento di colore rosso violaceo utilizzato per la tintura dei tessuti.
[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 314.7: Io non richeggio ora veste di segmento, né la lana, la quale rosseggia per la murice di Tyria...
[2] f Lancia, Chiose interl. a Arte Am. (B, Par. It. 591), a. 1330 (fior.), pag. 210.19: murice [interl. grana] || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[3] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 165.22: lo veglione medicato da Amiclei aeni ed elli fia più laido col Tirio murice.
[4] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. III, pag. 531.8: Io non requiero mo' li segmenti né la lana, la qual rosseça del murci de Soria.
3 [Armi] Nell'antica Roma, arnese bellico con punte di ferro per ostacolare l'avanzata dei nemici in un assedio.
[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 235.19: conciofossecosa ch' elli assediasse una fortissima cittade, confortavano alquanti, che intorno alle mura di quella spargesse murice di ferro, e tutti i passi empiesse di tavole piombate... || Cfr. Val. Max., III, 7, 2: «ferreos murices».
[2] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 7, pag. 85r.20: con ciò fosse cosa ch'egli assediasse una fortissima città, confortandolo alcuni ch'elli spandesse d'intorno a le mura morice di ferro e tutti li valichi lastricasse di tavole piombate... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
- [Inteso come macchina bellica]. || V. grillo 3.
[3] Gl f Chiose interl. a Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), pag. 85r.1: morice [interl. grilli] di ferro || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.