0.1 lamentamenti, lamentamento, lementament, lomentamento.
0.2 Da lamentare.
0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); IV Catilinaria volg., 1313 (fior.); Stat. pis., 1322-51.
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Voce o grido che esprime dolore. Estens. Discorso che esprime sofferenza. 2 Rimostranza nei riguardi di una situazione spiacevole. 2.1 [Dir.] Denuncia presentata contro qno davanti a un'autorità pubblica.
0.8 Marco Maggiore 14.07.2016.
1 Voce o grido che esprime dolore. Estens. Discorso che esprime sofferenza.
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 446, pag. 18: Avost, mes infermizo con so lomentamento, / Á pïá un baston ke 'g dá sustentamento...
[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 21, pag. 60.6: per dieci anni con lungo assedio affaticati, sanza frutto neuno, al da sezzo mossi per li lamentamenti delle mogli della lunga vedovaria, e per li pericoli della carestia, a casa tornaro.
[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 329.17: Imparate da li altrui lamentamenti di temere i vostri lamenti e fate che la porta non sia aperta a lo 'ngannevole omo.
[4] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 52.16: così p(er) lo lamentamento de le madri come p(er) la fugha de le pulcielle e de' fanciulli, e p(er) lo turbamento de le vergini di Vesta, mi spavento...
[5] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. VII, cap. 2, pag. 117v.11: Costui medesimo [[scil. Socrate]], [[...]] posto già il tossico a' labri, la sua moglie Santippa intra il pianto e il lamentamento gridando ch'elli inocente dovea morire... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[6] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 3 strani, pag. 78r.9: Non voce di priego, non miserabile lamentamento d'uno vecchio (Zenone) posto al tormento, ma il suo forte confortamento mutò l'animo e la fortuna di tutta la città. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
2 Rimostranza nei riguardi di una situazione spiacevole.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 3, vol. 3, pag. 34.11: non disdegnamo per pazienzia le virtudi prendere esempli da l'infedeli prencipi e filosofi, [[...]] a ciò che non passi il manifesto od occulto lamentamento d'alcuno o d'alcuni, sì com'è contradio.
2.1 [Dir.] Denuncia presentata contro qno davanti a un'autorità pubblica.
[1] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 60, pag. 158, col. 1: nui ve pregemo fortement, / entedì nostro lementament, / et a dreta dema[n]dason / manteiné in nostra rason.
[2] Stat. pis., 1322-51, cap. 75, pag. 532.5: Et iuro, che ciascuno marinaio et fante lo quale contra li ordinamenti di loro nave u vero legno, del quale a me [[...]] lamentamento u vero denuntiamento facto fie, condennerò...