RISTOPPARE v.

0.1 rastoppano, ristoppa; f: ristopavano.

0.2 Da stoppare.

0.3 f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.): 1; Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.); Dante, Commedia, a. 1321; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Turare o ricoprire nuovamente (con della stoppa). 1.1 Fig. Turare (un'apertura o una lacerazione) coprendola completamente.

0.8 Elisa Guadagnini 29.07.2015.

1 Turare o ricoprire nuovamente (con della stoppa).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 21.11, vol. 1, pag. 346: Quale ne l'arzanà de' Viniziani / bolle l'inverno la tenace pece / a rimpalmare i legni lor non sani, / ché navicar non ponno - in quella vece / chi fa suo legno novo e chi ristoppa / le coste a quel che più vïaggi fece...

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 21, pag. 105.3: La terzanà [[...]] ine si fanno molti legni, e rastoppano e rappeççano molti legni usati, e con pecie bollita e con sevo gli stucchano e gli ongono...

[3] f Pistole di Seneca (red. II), XIV s.q. (fior.), L. IV, ep. 30, pag. 18, col. 2.38: sì come una cosa vecchia e fracida che da tutte parti cade e rovina, che, quando l'uomo soccorre, l'una parte e tura e ristoppa, e dall'altra parte si rompe e cade... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sen., Ep. Luc., IV, 30, 2: «Ubi tamquam in putri aedificio omnis iunctura diducitur, et dum alia excipitur, alia discinditur...». La versione toscanizzata del testo sostituisce, semplificandole, tutte le ditt. sinonimiche: cfr. Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 30, pag. 67.5: «come una casa vecchissima, e fracida, rovinando da tutte parti, e volendola acconciare dall'un lato, e la rovina dall'altro...».

1.1 Fig. Turare (un'apertura o una lacerazione) coprendola completamente.

[1] f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Luc. III] (R) 30, pag. 342.31: Gli altri traevano dele loro corpora medesime quadreli e dardi cole loro mani destre per lanciare; cole sinestre ristopavano le piaghe dond'egli avevano i dardi e ' quadregli tratti, sì che sangue non ne potesse uscire, per lanciare vertudiosamente. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.