0.1 satira, satire, satyra.
0.2 Lat. satira (DELI 2 s.v. satira).
0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Tipo di componimento letterario (di tradizione latina) che critica e denuncia, da un punto di vista morale, aspetti reprensibili della realtà contemporanea, con toni spesso ironici o mediante invettive. Lo stile di tali componimenti.
0.8 Elisa Guadagnini 18.11.2015.
1 Tipo di componimento letterario (di tradizione latina) che critica e denuncia, da un punto di vista morale, aspetti reprensibili della realtà contemporanea, con toni spesso ironici o mediante invettive. Lo stile di tali componimenti.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 29, pag. 451.1: Alla prima questione risponde Giovenale nell'ottava satira...
[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), Proemio, pag. 8.6.9: in quattro stili ogni autentico parlare si conchiude: [[...]] il terzo 'satira', sotto il quale si tratta in modo di riprensione, sí come Orazio...
[3] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 40, gl. a, pag. 26.33: Tre sono li modi del poetare, [[...]] satira gastiga e riprende, come fece Livio e Orazio...
[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 368.6, pag. 227: Amor [[...]] reprende caschuna vilania / per satyra cum aprobato stile...
[5] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 36.37, pag. 675: Vera satira mia, va' per lo mondo, / e de Napoli conta / che riten quel che 'l mar non vòle a fondo.
[6] Gl Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.), pag. 144.28: 'Satyra' è uno stile di tractare con riprensione li vitii rigidamente, sì come scrisse Oratio.
[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 17, pag. 4.17: le poetiche narrazioni sono di più e varie maniere, sì come è tragedìa, satira e comedìa, buccolica, elegìa, lirica ed altre.
[8] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 135-142], pag. 20v.19: la nobilitade deli bruti animali è in la forteça, como dixe Iovenale in quella satira che comença «Scemata quid faciunt etc.». || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[9] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 18, 127-136, pag. 487.14: E se altri volesse scusarlo ch'elli à mescolata la satira con la comedia, e la satira usa sì fatti vocaboli, puossi ostare ancora secondo che dice Orazio nel detto libro...
[10] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 22, 94-114, pag. 533.27: satira è materia in infimo stilo, e riprensione de' vizi, e dicesi a satira che era una toffania, o vero scudella, che si offeriva alli dii piena d'ogni cosa, come è la satira che riprende ogni vizio e meschia li grandi e i mezzani e picculi insieme; o vero si chiama satira dai Satiri, ch'erano iddii de le selve, cornuti coi piedi caprini nudi; le quali condizioni si convegnono a la satira, ch'è con parole nude, a niuno perdona, et entra in ogni vile materia. || Con diverse interpretazioni etimologiche (per cui v. anche satira 2).