SÀTIRO (2) s.m./agg.

0.1 satira, satiri, satiro, sattiro, satyri.

0.2 Da satira.

0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

N L'att. in Jacopo della Lana è cit. dantesca.

0.5 Locuz. e fras. poeta satiro 1.1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Autore di satire. 1.1 Agg. Che scrive satire. Poeta satiro. 1.2 Agg. Che appartiene al genere della satira. 1.3 Estens. [Con rif. alla natura e al tenore delle satire:] chi critica, denuncia o inveisce con durezza (con rif. a un comportamento, una persona, uno stato di cose).

0.8 Elisa Guadagnini 18.11.2015.

1 Autore di satire.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 4.89, vol. 1, pag. 68: l'altro è Orazio satiro che vene...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 4, 85-96, pag. 121, col. 2.5: El secondo si fo Orazio, el quale avea sopranome Sattiro, el quale ... tenne forma ne' suoi detti poetica.

[3] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 130.7: Alla perfine a poco a poco l' arte del contrafarsi se n' andò alli modi delli satiri, dai quali Livio poeta primo di tutti, trasportò alli argomenti delle favole li animi di coloro che stavano a vedere. || Cfr. Val. Max., II, 4, 4: «paulatim deinde ludicra ars ad saturarum modos perrepsi...». Cfr., nel corpus DiVo, Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa x [II.4.4]: «Dice che questa arte buffonesca che era uno trastullare e dire parole di lascivia si tramutoe in versi sentenziosi e ripreendevoli, de' quali fu auttore Livio poeta».

[4] Gl f Chiose a Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), chiosa c [II.4.4], pag. 10v.3: [a' modi di poeti satiri] Satiri, ciò è correggitori. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 4, pag. 18.7: e di quelle medesime parlò Oratio satiro...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 63.2: Da poy a pocu a pocu la arti di li iuculari [......] a li poiti, qui avennu nomu Satyri. || Si tratta della trad. del medesimo passo dell'es. [3].

[7] Gl f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 47, vol. 1, pag. 63.1: [Satyri] Qui reprehendenu li ditti oy li facti di li homini. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 4, pag. 150.9: e però li dice satiro, cioè reprenditore.

[9] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 4, 85-96, pag. 129.9: dice satiro, perché in tutte le sue opere fu satirico, perché trattò della riprensione de' vizi.

1.1 Agg. Che scrive satire. Poeta satiro.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 29, pag. 451.7: dice esso poeta satiro...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 42.7: Orazio fue poeta satiro e riprenditore de' vizii...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 115, pag. 199.1: Negli altri suoi libri, sì come nelle Pìstole e ne' Sermoni, fu accerrimo riprenditore de' vizi, per la qual cosa meritò di essere chiamato poeta «satiro».

[4] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 22, 10-24, pag. 522.38: questo Giuvenale fu poeta satiro...

1.2 Agg. Che appartiene al genere della satira.

[1] Piero Alighieri, 1364 (fior.), Non si può dir.103, pag. 54: Satira mia chanzon, vattene al cielo, / poi che non trovi qui chi tti risponda...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 131, pag. 203.14: E questo assai leggiermente si conosce esser vero a chi riguarda lo stilo eroico d'Omero o di Virgilio [[...]] o il satiro d'Orazio o di Persio o di Giovenale...

1.3 Estens. [Con rif. alla natura e al tenore delle satire:] chi critica, denuncia o inveisce con durezza (con rif. a un comportamento, una persona, uno stato di cose).

[1] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 121.1, pag. 143: Poi satiro sei fatto sì severo / nella mia colpa ed étti sì molesta, / credo sarebbe cosa assai onesta / prima lavasse il tuo gran vitupero, / che mordesse l'altrui...