STUPIDIRE v.

0.1 stepidito, stipidio, stipidiro, stipidiscano, stipidisce, stipidita, stipiditi, stipidito, stupedìo, stupediti, stupedito, stupidendosi, stupidiansi, stupidieno, stupidii, stupidìo, stupidisco, stupidisconsi, stupidita, stupiditi, stupidito; a: stupidiscono; f: stupiditevi.

0.2 Da stupido (DELI 2 s.v. stupire).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

0.5 Nota l'alternanza vocalica stup-/stip-: DEI ritiene che la -i- dipenda da un avvicinamento a scìpido; ma cfr. l'alternanza già lat. fra obstupesco e obstipesco.

Altra possibile documentazione, con vocale prostetica, s.v. istupidire (e cfr. astupidire).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Perdere (momentaneamente) le proprie facoltà mentali, percettive o motorie o la propria capacità di reagire, in seguito a sorpresa, meraviglia o una forte emozione (anche pron.). 1.1 [Con rif. specif. al dato fisico:] essere colto da forte intorpidimento o da paralisi, diventare subitamente incapacitato al movimento (anche pron.).

0.8 Elisa Guadagnini 29.07.2015.

1 Perdere (momentaneamente) le proprie facoltà mentali, percettive o motorie o la propria capacità di reagire, in seguito a sorpresa, meraviglia o una forte emozione (anche pron.).

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. IX, cap. 5, pag. 150r.4: stupiditevi et maravigliatevi, riscaldatevi et intendete... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Cass., Coll., IX, 5: «obstupescite et admiramini...».

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 418.19: Il consolo disse: «Io ho molti coltelli». E Castrizio rispose: «E io anni». Stipidiro tante legioni riguardando sì forti reliquie di vecchiezza. || Cfr. Val. Max., VI, 2, 10: «obstipuerunt tot legiones tam robustas senectutis reliquias intuentes».

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 8.5: stipidisce la mente apressandosi a scriver la sentenzia, che lla divina giustizia co· molta misericordia mandò sopra li uomini, degni per la curuzzione del peccato di finale giudicio.

[4] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 3, pag. 12.29: Ora per ricolmare lo stajo considero la grandissima grazia ch'esso fatto v'ha; io et ogni persona che la considera si stipidisce, però che voi tutte savate desiderose et affannate di potere essare assolute da ogni colpa e peccato...

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 5, S. Tommaso ap., vol. 1, pag. 69.14: venne uno cane nero e tolse la mano ritta e portolla nel mezzo del convito. Vedendo ciò tutta la gente stupidìo...

1.1 [Con rif. specif. al dato fisico:] essere colto da forte intorpidimento o da paralisi, diventare subitamente incapacitato al movimento (anche pron.).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 4, pag. 203.10: repentemente tremò sì la terra con ispaventevole fragore, che per paura del miracolo catuna delle dette osti stipidio. || Cfr. Orosio, Hist., IV, 4, 5: «ut stupore miraculi utrumque pauefactum agmen hebesceret».

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 3, pag. 221.24: Allora costretto di paura mi stupidii; i capelli s'ergono, e la boce istette appiccata alle mascelle. || Cfr. Virg., Aen., III, 48: «tum vero ancipiti mentem formidine pressus / obstipui steteruntque comae et vox faucibus haesit».

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 102.11: Le mie membra stipidiro, con pauroso tremore; gli capelli s'arricciaro... || Cfr. Ov., Met., VII, 631: «Pavido mihi membra timore / horruerant, stabantque comae».

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 256.20: E subitamente contratti i nerbi, per troppo attraimento, di freddezza stipiditi li nerbi, e li membri del corpo impigriti... || Cfr. Val. Max., III, 8, ext.6: «subito deinde ex nimio haustu frigoris obstupefactis neruis...».

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 237.15: E subbito tremore occupa le membra al giovano che parlava; e gli occhi stipidiro, con tante idre suffila la Furia, e sì orribile faccia si mostra. || Cfr. Virg., Aen., VII, 447: «at iuveni oranti subitus tremor occupat artus, / deriguere oculi...».

[6] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 169.6: Li vini apparecchiano li animi a Venus, se tu non ne prendi assai e li animi seppelliti in molto vino puro ti stipidiscano... || Cfr. Ov., Rem. am., 806: «Et stupeant multo corda sepulta mero».

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 98.22: Vecchiezza [[...]] raccorcia il vedere, l'udire e l'odorare e 'l gustare e stipidisce il toccare...

[8] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 99, vol. 3, pag. 157.1: e maggiormente se dalla mulsa sono spruzzate, alla quale per l'odore più desiderosamente s'appigliano e stupidiscono.

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 2, Sant'Andrea apostolo, vol. 1, pag. 39.21: E quando eglino il vollero sciogliere, nol poteano in veruno modo toccare, però che le braccia loro stupidieno immantanente.