STÙPIDO agg.

0.1 stipidi, stupida, stupidi, stupido.

0.2 Lat. stupidus (DELI 2 s.v. stupire).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.5 Per l'alternanza stup-/stip- cfr. stupidire.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Incapace di muoversi, di parlare o di reagire; (momentaneamente) privo delle facoltà mentali, percettive o motorie, spec. in seguito a sorpresa o meraviglia.

0.8 Elisa Guadagnini 29.07.2015.

1 Incapace di muoversi, di parlare o di reagire; (momentaneamente) privo delle facoltà mentali, percettive o motorie, spec. in seguito a sorpresa o meraviglia.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 2, pag. 163.7: E trovamo adoparate dal cielo [[...]] tanta operazione e·lle minere ' e·lle plante ' e·lli animali, e tante miraculose cose, che [[...]] volendoli cercare e pónar mente, ne fanno stordire e quasi deventare stupidi.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 111.12: e quando gli avversarj [[..]] saranno [[...]] rivolti per andarsene, e gli animi della battaglia ritratti, e l' ordine delle compagnie alquanto disfatto, allotta coloro che si maraviglieranno, e diventeranno stipidi, chetamente assaliscano, e strettamente sopra loro vengano. || Cfr. Veg., III, 11, 6: «...tunc illis stupentibus lectissimi quique prorumpant et conferti adgrediantur ignaros».

[3] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 391.17: i· cuore è sopelito nel molto vino, però che diviene stupido. || Cfr. Ov., Rem. am., 806: «Et stupeant multo corda sepulta mero». Cfr. Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 213, pag. 881: «Il troppo vino uccide il sentimento della lussuria e tutti gli altri sentimenti affoga e impedisce».

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 26.67, vol. 2, pag. 448: Non altrimenti stupido si turba / lo montanaro, e rimirando ammuta, / quando rozzo e salvatico s'inurba...

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 86.3: ispaventata di così grandi maraviglie, divenne stupida in mezzo del viso; el calore abbandonoe l'ossa e cadde a terra... || Cfr. Virg., Aen., III, 308: «deriguit visu in medio...».

[6] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 225.17: 'l membro stupido e che non si sente, è più di lungi alla salute.

[7] Gl f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. XIV, cap. 11, pag. 556.31: li sezzai diventeranno stupidi, overo sbalorditi; e li primi averanno paura. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 47, pag. 507.11: tanta e sì grande era la lor belleza che, come da alcuno veduta era, così diventava stupido e attonito e quasi mutolo e imobile per maraviglia...

[9] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 16.8, pag. 182: Animo, perché stai stupido e pigro? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sen., Phae., 719: «anime, quid segnis stupes?».

[10] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. II, [vv. 443-46], pag. 73r.23: quando li pecti è pegri <et> per sito et a seguir deventa torpidi et inherti, quasi stupidi, l'amor è da fir movesto cum agri et forti stimoli... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[11] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 349, pag. 388.15: In questo muo' la çoa a quellù, el qualle ha li suò membri stupidi e a quellù, el qualle ha li suò membri m[o]llifichà.

[12] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 9, 49-54, pag. 256.39: e diceasi mutare li uomini che la guardavano in sasso, perché diventano stupidi per la sua bellezza.

[13] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 67-75, pag. 625.26: stupido è l'omo quando li sentimenti non fanno le suoe operazione: allora si turba l'omo, quando la fantasia determinatamente non discerne le cose obiette...

[14] f Giustino volg., c. 1391-96 (fior.), L. XI: E subito indurati i suoi nervi diventò stupido, intanto che, non potendo favellare, non solamente non li era speranza di rimedio, ma non li era indugio al pericolo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[15] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 37, pag. 76.20: A tante cose e non opinate primieramente incerti tutti e stupidi si cominciarono a tirare indietro... || Cfr. Liv. , XXV, 37, 13: «ad haec tot tam necopinata primo omnium incerti stupentesque referunt pedem...».