TREMENDO agg.

0.1 tremendo.

0.2 Lat. tremendus (DELI 2 s.v. tremare).

0.3 Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.): 1.

0.4 In testi tosc.: Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.); a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.).

In testi mediani e merid.: Stat. Montecassino, XIV (luc.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Che incute profondo spavento.

0.8 Elisa Guadagnini 18.11.2015.

1 Che incute profondo spavento.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 1.2010, pag. 251: Ma come offende la virtù visiva / Di luce lo visibile eccedente [[...]], Amor così tremendo fa languire / Il cor che sospirando fa dolente / Sentendo pena del nuovo martire.

[2] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 25, pag. 311.15: Oh quanto è pauroso e pericoloso passo vedere il tremendo aspetto del severo giudice, sentire la conscienzia che continuo il rimorde, dall' altra parte lo inferno aperto e i demoni per rapillo apparecchiati!

[3] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 31.10: estimando sé tutti li hore reu de li peccati soy et essere r(e)p(re)sentato allu tremendo iudicio dicendo a sé i(n)nelle core soe: "Sengiore, no(n) so digne yo peccatore levare li ochy mei ad celo"...

[4] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 18, pag. 114.22: neuno si potrà appiattare, cessare o indugiare non fi' licito, ma subbito dinanti al tremendo giudicio fi' ciascuno, maschio e femmina, prezentato.