VIOLENZA s.f.

0.1 violença, vïolença, violençe, violencia, violençia, violensa, vïolensa, violentia, violentie, violenza, vïolenza, violenze, violenzia, vïolenzia, violenzie; a: violencie.

0.2 Lat. violentia (DELI 2 s.v. violento).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Cronica fior., XIII ex.; Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Doc. volt., 1329.

In testi sett.: Doc. bologn., 1287-1330, [1289]; Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); a Doc. ven., 1380 (2); Doc. ver., 1383; Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Nota le grafie conservative del tipo ‑ntia/e (e ‑ncia/e, ‑nzia/e).

Locuz. e fras. fare violenza 1, 1.2, 1.3, 1.4; per violenza 1; senza violenza 1; usare violenza 1, 1.2.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Atto o comportamento brutale e aggressivo, che sottopone forzatamente qsa o qno a un'azione costrittiva, invasiva e irreparabile. 1.1 [Rif. a un fenomeno naturale:] manifestazione caratterizzata da grande forza, impeto o intensità, tale da provocare effetti brutali o distruttivi. 1.2 [Specif.:] locuz. verb. Fare, usare violenza: prendere a forza o aggredire sessualmente (una donna); stuprare. 1.3 [Rif. ad un alimento o un preparato:] notevole intensità e potere aggressivo (con rif. ai suoi effetti sull'organismo di chi lo assume o ne subisce il contatto). 1.4 [Secondo un uso evangelico, con connotazione pos.:] forza esercitata nel tenere un det. comportamento o modo di vivere.

0.8 Elisa Guadagnini 18.11.2015.

1 Atto o comportamento brutale e aggressivo, che sottopone forzatamente qsa o qno a un'azione costrittiva, invasiva e irreparabile. || Spesso in dittologia (o glossato) con forza.

[1] Doc. bologn., 1287-1330, [1289] 3, pag. 63.15: E per questa casone Guio da Viçano vene incontinenti a Bolugna per duvere loro denunçare de la força e de la violentia, che igli i aveano facto...

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 2a, pag. 69.10: d'ongne violentia (et) sforçata percussione (et) fractione quella cosa k'è più leve più vaccio se desolve (et) escie de la cosa fracta...

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 13b.12, pag. 89: non à valimento / picciula cura gran piagha sanare, / né poi pòt'om trovare / guerensa in quello dal quale divia: / c'oltr[a] è grave [più] via / poter sanare u' tutta è vïolensa / e non queta l'om mai süa essensa.

[4] Cronica fior., XIII ex., pag. 138.21: il decto messer Berto, nella chiesa di San Piero Scheraggio, puose la mano in sul naso a Giano della Bella, e disse ch'el glle moççerebbe. E molte altre forze e violenze [tutto] giorno li Grandi faceano contra li popolani.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 9, pag. 90.25: Lo Spirito Santo [[...]] si è fiume per violenzia, per forsa...

[6] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 170.27: e subiugò quelle al so imperiy no per alcuna violencia, ma per sol amor.

[7] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 6a, cap. 18, vol. 2, pag. 499.4: Anco, statuto et ordinato è, [[...]] che le violentie, rapine et exactioni illicite et l'estorsioni inique non si facciano, nè si conmettano ne la città o vero nel contado di Siena, ma sieno extirpate et tolte via in tutto.

[8] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 34, pag. 181.17: E tanto feciono, colli uficiali che erano con loro, che diterminorono che delle forze e delle violenze e ruberie si ricercasse...

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 4.73, vol. 3, pag. 59: Se vïolenza è quando quel che pate / nïente conferisce a quel che sforza, / non fuor quest' alme per essa scusate: / ché volontà, se non vuol, non s'ammorza, / ma fa come natura face in foco, / se mille volte vïolenza il torza.

[10] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 4, 91-105, pag. 103, col. 2.4: ma perché [[Picarda e Costança]] consentirono alla violentia a lor fatta, sí glie semò lo merito...

[11] Stat. pis., 1330 (2), cap. 53, pag. 490.23: nè da alcuna violensa u vero ingiuria lo guarderò, u vero difenderò; nè a lui aiuto u vero favore alcuno darò...

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 12, pag. 206.10: comu soli fari lu liuni firutu, lu quali senza pagura rumpi la lanza cum la sua sanguilenti bucca; in tal modu crixia la violencia di lu arditu Turnu. || Cfr. Verg., Aen., XII, 9: «haud secus accenso gliscit violentia Turno».

[13] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 27.15: O nato da Dea, qual caso ti perseguita per così grandi pericoli? qual violenza ti mena in così aspre contrade? || Cfr. Verg., Aen., I, 616: «quae vis immanibus applicat oris?».

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 154.36: la paor de la morte axerba la forçça e la violencia grande e tyrannica lo spavento grande de quella çente barbara... || Cfr. G. Crisostomo, Neminem, 32.22: «...metus mortis, vis tyrannica terrorque barbaricus...».

[15] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 336, pag. 37: forte li despiace tyrrania / e ciascadun oltraz' e violenza...

[16] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 53, pag. 116.36: La forza di filosofia è incredibile. Ella è contra tutte violenze, e oltraggi di fortuna, fornita, e ferma. || Cfr. Sen., Ep. Luc., VI, 53, 12: «Incredibilis philosophiae vis est ad omnem fortuitam vim retundendam».

[17] Gl A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 110.3: fare villania ad alcuna persona [[...]] s'appella violenza...

[18] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 930, pag. 213: Menòlo ad Gajeta, et non con violentia.

[19] a Doc. ven., 1380 (2), pag. 350.16: homo d(e) Iura d(e) Balsa dap(r)ima, (e) dapoy siando h(om)o de mess(er) lo ban d(e) Bosna (e) re d(e) Rassa à fate molte robarie, violencie (e) sforci ali n(ost)ri citadini de Raguxa...

[20] Doc. ver., 1383, pag. 428.6: dela quala violentia e força nuy ve porçessemo una petition...

[21] f Declamazioni di Seneca, a. 1392 (tosc.), L. IV, declamazione 1, pag. 78.9: Quegli si dice che fa altrui ingiuria, cioè forza e violenza e molestia, che aggiugne pena a colui, che è afflitto e tribolato di dolore e pena. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[22] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 141, pag. 276.23: una ca(r)ne q(uas)i marceda, la quale om(n)e humore co(r)rente loco co(r)rompe i(n) omne p(ar)te recepente grande violentia...

- [Come personificazione].

[23] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 437.1, pag. 262: Monna Furïa e monna Violenza / monna Inconstantia e monna Socheza / cum sua çente cavalcavano a freça...

- Locuz. verb. Fare violenza.

[24] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.47, pag. 7: Non sirìa convegnenza - la divina potenza / facesse violenza - en sua casa albergata.

[25] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 51, pag. 264.13: Furi sono o palesi o nascosti: i palesi, quelli che tti rubano e fannoti violenza...

[26] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 48.3: Perchè dunque piagni? nulla da noi violenza t' è fatta. || Cfr. Boe., Cons. Philos., II, 6: «Nulla tibi a nobis est allata violentia».

[27] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 231.12: Mostra quelli, che fecero violenzia nelle persone, e nell'avere del prossimo.

[28] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 12, pag. 56.9: e mostra in questo capitolo de le violenze facte contra al prossimo...

[29] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 5, vol. 1, pag. 93.27: li quali credendu Scipiu que issi vinianu per farli alcuna violencia, misi li soy familiari supra lu tettu di la casa per diffindirisi. || Cfr. Val. Max., II, 10, 2: «...quos cum ad uim faciendam uenire existimasse...».

[30] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 1, vol. 2, pag. 9.15: e molti micidii e fedite e oltraggi facea l'uno cittadino all'altro, e massimamente i nobili detti grandi e possenti, contra i popolani e impotenti, così in contado come in città faceano forze e violenze nelle persone e ne' beni altrui, occupando.

[31] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 9, sommario, pag. 375.20: venuti a zuffa co' militi de' tribuni, volendo Pleminio far violenza a' tribuni, gli furono tagliati gli orecchi e il naso...

[32] Dom. Scolari (ed. Follini), 1355 (perug.), par. 109.22, pag. 8: Lo fiume è largo e d' una gran correnza: / Dentro v' è animal che ciaschun piglia, / Pien de veleno, e fan gran violenza; / Però de là niuno pasar potea / Per gli animali e 'l fiume che correa.

[33] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 213.21: Et eziandio i Fiorentini avevano presi veschovi et altri ufiziali della Chiesa di Roma et facto loro violenza et forza...

- Locuz. avv. Per violenza: mediante l'uso della forza, esercitando (contro qsa o qno) un'azione brutale e aggressiva.

[34] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 10, pag. 19.3: la signoria che l'uomo à per forza di gente, e per violenza, e contra natura, non dura.

[35] Stat. fior., c. 1324, cap. 9, pag. 35.21: se alcuno de' grandi de la cittade, overo del contado di Firenze per violenza occupasse overo pigliasse case, terre, overo possessioni d' alcuno popolano de la città overo del contado di Firenze, sia punito e condannato per messer lo Difensore e Capitano in lire mille di fiorini piccioli...

[36] Doc. volt., 1329, 11, pag. 27.17: ' predecti Trincia secondo che principale e ' decti messer Pannocchia, Iohanni, Locto, Ugo e Pigi, per força e violença tengono a' decti figlioli di Puccepto pupilli e menipossenti xxxiij fiorini d'oro...

[37] Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.), L. 2, cap. 16, ch., pag. 255.25: neuno corpo si muove e torna naturalmente da un luogo, anzi dal luogo al quale ritorna naturalmente si muove contra natura e per violenza, come noi veggiamo in tutti ' movimenti naturali...

[38] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 63, par. 11, vol. 1, pag. 250.29: E se ad alcuno dei dicte guardiane serà alcuno pregione, el quale enn alcuno luoco fosse menato, tolto per violentia overo força, sia punito coluie overo coloro el quale quisto farà...

[39] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 21ter, pag. 181.6: però che si proponesse che per forza o per violenza avesse scampato o tolto o fatto scampare alcuno che fosse preso o si proponesse d'essere preso per alcuno maleficio o excesso...

- Locuz. avv. Senza violenza: spontaneamente, senza essere forzato o costretto.

[40] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 444.1: sì come uno pomo maturo leggiermente e sanza violenza si dispicca dal suo ramo...

[41] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 7, pag. 42.11: Allora, molto concitati, andò uno de' maestri co' ministri, e menògli cortesemente sanza violenza, temendo che 'l popolo, ch' avea fede in loro, non gli lapidasse...

[42] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 159, pag. 383.24: Egli passa, con questa chiave in mano, per lo sportello stretto dell' ordine agiatamente e senza violenzia, perché ha osservato e osserva il voto della povertá, dell' obbedienzia vera e della continenzia...

- Locuz. verb. Usare violenza.

[43] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 14, proemio, pag. 259.13: nel rimanente del capitolo punisce coloro, che usarono violenza contro la natura, male usando le cose d'essa...

[44] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 37, terz. 79, vol. 2, pag. 152: Tornata l' oste col Giglio, e Rastrello, / poco riposo presono in Fiorenza, / che cavalcaron forti nel Mugello, / per dare agli Ubaldin gran penitenza, / perchè co' Bianchi s' eran rubellati / da' Fiorentin per usar violenza...

1.1 [Rif. a enti e fenomeni della natura:] manifestazione caratterizzata da grande forza, impeto o intensità, tale da provocare effetti brutali o distruttivi.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 4, cap. 3, pag. 112.14: E cum ciò sia cosa che 'l cielo sia perfetto, non è rascione ch'e·lo cielo sia forzaviolenzia, che retardi e empenga l'uno l'altro...

[2] Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.), L. 1, cap. 7, ch., pag. 169.22: E se alcuna volta alcuna quantitade dell'aere v'ingrossa, o che per alcuna violenza di vento vi sia portata in quello aiere soppremo, sì discende poscia disotto all'aiere suo, ch'è presso a la terra.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 193.20: Perciò che 'l timone casualmente divelto da molta violenzia di venti, al quale io dato gubernatore m'apoggiava e reggeva i corsi vostri, io traboccando trassilo meco. || Cfr. Verg., Aen., VI, 349: «namque gubernaclum multa vi forte revulsum...».

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 10, pag. 64.20: Como le navi fuoro descioite, subitamente la tempestate desiettao lo navilio là e cà. Tutta notte viddero li pericoli de mare. Dodici legni, dove lo re stava, per violenzia de fortuna vennero in puorto de Messina.

1.2 [Specif.:] locuz. verb. Fare, usare violenza: prendere a forza o aggredire sessualmente (una donna); stuprare.

[1] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 90.1, pag. 242: Quivi usò forza, e quivi vïolenza, / quivi la ninfa fu contaminata, / quivi ella non poté far resistenza...

[2] Doc. ver., 1385, pag. 431.5: e tolse p(er) força la dita zovena e menèssella a caxa soa [[...]] Fata questa força e viole(n)tia, come a Deo à piaxù, la zovena è mo(r)ta...

1.3 [Rif. ad un alimento o un preparato:] notevole intensità e potere aggressivo (con rif. ai suoi effetti sull'organismo di chi lo assume o ne subisce il contatto).

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 336, pag. 371.24: El meiore euforbio sì è duro, acuto. E mal se pò aprovare questo gustandolo, perché el mordica la lenga cum gra(m) violencia, e dura questa mordicatiom longo tempo.

- Locuz. verb. Fare violenza.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 266, pag. 279.9: la colloquintida [[...]] E chi la dà in tempo de gram fredo, la fa gram violencia a la natura e forte turciom.

1.4 [Secondo un uso evangelico, con connotazione pos.:] forza esercitata nel tenere un det. comportamento o modo di vivere. || Cfr. Mt 11.12: «...regnum caelorum vim patitur, et violenti rapiunt illud», passo di interpretazione controversa.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.94, vol. 3, pag. 337: Regnum celorum vïolenza pate / da caldo amore e da viva speranza, / che vince la divina volontate...

[2] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 18, pag. 271.11: E il nostro poeta Dante dice: «Regnum celorum vïolenzia pate / da caldo amore e da viva speranza, / che vince la divina voluntate.» [[...]] E per questo modo, di questo amore infiammati e da questa viva speranza certificati, vinsero i santi martiri il cielo, violentemente, andando alle pene e alla morte con letizia; per questi i santi confessori, afligendo la propia carne, levando al tutto l' animo da ogni affezzione terrena.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 20, 88-99, pag. 572.28: Lo reame del Cielo, violenzia pate; cioè che gli è fatto forza et è acquistato per forza da queste due virtù...

- Locuz. verb. Fare violenza.

[4] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 13, pag. 435.11: Lo regno del Cielo s' ha per forza, e li violenti, cioè quelli, che fanno violenza alli loro desiderj, e sanno vincere se, e ogni rea tentazione d' inimico, lo rapiscono.