IMITARE v.

0.1 imita, imitai, imitando, imitante, imitanti, imitar, imitare, imitarla, imitarli, imitarne, imitarono, imitasse, imitasti, imitate, imitati, imitato, imitavi, immitar.

0.2 Lat. imitari (DELI 2 s.v. imitare).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268: 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Dante, Convivio, 1304-7.

In testi mediani e merid.: Stat. Montecassino, XIV (luc.).

0.7 1 Diventare simile o comportarsi come un altro o altri (anche in senso fig.). 1.1 Essere simile a qsa nell'aspetto. 1.2 Riprodurre in modo simile o uguale. 1.3 Prendere qno a modello (con rif. specif. al suo stile).

0.8 Demetrio S. Yocum 27.02.2013.

1 Diventare simile o comportarsi come un altro o altri (anche in senso fig.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 13, pag. 228.13: Et un altro savio disse: là dove 'l povero incomincia ad imitar lo ricco, periscie.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 2, pag. 381.33: E avendo i Romani alla loro guisa il loro esercito ordinato, in questo tanto imitarono i nemici, che intra le legioni lasciarono aperte vie a' cavalieri.

[3] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 20.30: [Lu tercio] g(ra)du de la hu(m)ilitate ène si lu monacho [...]te allu maiore ad omne obediencia [...] a lloy sia (com)mandato p(er) l'amor de Dio, imitando lu nostru Seniore I(es)u (Christ)o, de lu qualu [di]ce s(an)c(t)o Paulo ap(osto)lo che isso fu obediente a dDio [pa]ttre fine a la morte.

1.1 Essere simile a qsa nell'aspetto.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 9, pag. 702.22: la spaziosa testa e distesa, imitante la neve per propia bianchezza, apparisce più bella.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 795.5: Ma già, fuggita ogni luce, la notte occupava le terre, quando a me, in questi pensieri involuto, non sanza molta fatica il sonno, imitante la morte, entrò nel mio misero petto.

1.2 Riprodurre in modo simile o uguale.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 10, pag. 172.27: E die l'uomo ammaestrare ei garzoni, ched essi aprano e chiudano li occhi temperatamente e maturamente, perciò che i giovani imitando le cose, sì gli paiono tutte nuove, und'esso le desidera e vuole.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 17, pag. 376.12: Onde, perciò che le virtù morali paiano essere e siano più comuni e più sapute e più richieste che l'altre e imitate nello aspetto di fuori, utile e convenevole fue più per quello cammino procedere che per l'altro...

[3] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 43.8, pag. 70: Sì come l'ape nel tempo da fiori [[...]] la cera e 'l mèle, e seguen lor amori, / cossì l'animo mio, da molti ardori [[...]] s'è messo ad immitar cotal lavori...

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 92, pag. 669.27: E siati a mente che il guardarsi da' vizii non basta, sanza operare le virtù, a gloriosa vita volere: e però, o caro figliuolo, imita quelle, e quanto puoi l' adopera.

[5] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 17, pag. 38.21: Egli alcuna volta, in forma di candido uccello movendo l' ali, diede voci più dolci che 'l moriente cigno; e altra volta, divenuto giovenco e poste alla sua fronte corna, mugghiò per li campi, e i suoi dossi umiliò alli giuochi virginei, e per li fraterni regni con le fesse unghie imitando oficio di remi, con forte petto vietando il profondo, godé della sua rapina.

[6] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 43.7: Deh! se tu da te non avevi tanto consiglio, perché non imitavi tu gli atti di quelle città le quali ancora per le loro laudevoli opere son famose?

1.3 Prendere qno a modello (con rif. specif. al suo stile).

[1] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 13.8: Nel quale esercizio familiarissimo divenne di Virgilio, d'Orazio, d'Ovidio, di Stazio e di ciascuno altro poeta famoso; non solamente avendo caro il conoscergli, ma ancora, altamente cantando, s'ingegnò d'imitarli, come le sue opere mostrano, delle quali appresso a suo tempo favelleremo.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (i), par. 17, pag. 349.5: Altra volta è detto gli spiriti non avere corpo ed essere agli occhi nostri invisibili, ma in questa opera tutti li mostra l'autore essere corporei, imitando Virgilio, il quale nel VI dell'Eneida fa il simigliante...

[u.r. 04.12.2019]