URLO s.m.

0.1 urla, urli, urlo.

0.2 Da urlare.

0.3 Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.).

0.7 1 Grido o verso tipico di un animale. 2 Estens. [Rif. a persone:] grido o voce emessa con intensità, spec. come lamento. 2.1 Fig. Turbamento della quiete.

0.8 Marco Maggiore 20.10.2017.

1 Grido o verso tipico di un animale.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 12, pag. 127.27: parve che tutte le bestie di quello ermo fossero qui congregate; le quali con urli e voci orribili aprendo la bocca e venendo inverso Antonio, davano vista di divorarlo...

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 20.2, pag. 423: Né Nisa, di gran boschi copiosa, / tra gli urli dionei Niso ritenne, / ma con sembianza lieta e valorosa, / con bella gente, d' Alcatoe venne... || Cfr. Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 6, 20.2, pag. 423.10: «Venere è chiamata Dione, e i colombi sono uccelli di Venere e da lei sono chiamati dionei, de' quali sono molti in Nisa...».

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 61-70, pag. 47.5: E oltre a questo mi pareva per tutto, dove che io mi volgessi, sentire mugghi, urli e strida di diversi e ferocissimi animali...

2 Estens. [Rif. a persone:] grido o voce emessa con intensità, spec. come lamento.

[1] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 31, pag. 152.23: si recano a mente la doglia d'Isaù, figliuolo che fu di Isak, che si legge nel Vecchio Testamento che piangea con grandi urli quando si pensava ch' avea perdute le benedizioni del padre e no· lle potea ricoverare.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 9, pag. 504.13: e subitamente abbandonò il calore l'ossa della misera, e con femminile urlo empie il cielo di rammarichii...

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 373, pag. 396.32: La battaglia era allora molto crudele e molto pessima e dolorosa, e molto v'avea grandi urli e gran grido e gran romore.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 212.10, pag. 139: Tu ti staray cum nostra donna en tregua, / nì pensera'ti dig mei crudel urli, / ch'ela mi scaçça e non vol ch'eo la segua...

[5] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 51, pag. 96.15: Le donne e li fanciulli, ch'erano in su le mura alla guardia, non sapendo che cosa era questa, cominciarono a battersi li petti con urli ch'andavano infino al cielo.

[6] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 4.6, pag. 40: or quivi si facea sí gran ciarlare / con urli e canti di maniera oscura, / che nel ninferno non si fece mai / tanto romor di strida o tanti guai.

- Estens. [Rif. a un animale:] grido di dolore.

[7] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 9, pag. 504.40: ovvero il combattevole lupo tolle l'addomandato agnello dalla stalla con molti urli della madre.

2.1 Fig. Turbamento della quiete.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 76, terz. 26, vol. 4, pag. 14: Liberamente ci diè Carmignano, / Artimin, Vitolino, e Montemurlo, / e più Castella di queto, e di piano, / ed in Pistoia rimetter senz'urlo, / doveano i Guelfi, salvoche' Tedici, / di cui parole più oltre non burlo.