LEZZO s.m.

0.1 lezzo.

0.2 Da lezzare.

0.3 Rustico Filippi, XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Rustico Filippi, XIII sm. (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.5 Locuz. e fras. gettare lezzo 1.1.

0.7 1 Odore ripugnante; fetore. 1.1 Gettare lezzo: emanare un odore ripugnante. 2 Senso di ripugnanza suscitato da una condotta riprovevole.

0.8 Giuseppe Zarra 04.09.2017.

1 Odore ripugnante; fetore.

[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 7.10, pag. 35: Non ch'io v'aprisse, monna lëonessa! / sì gra· lezzo vi vien per la quintana / ch'altri avrà quella peverada spessa.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.136, vol. 1, pag. 174: lasciammo il muro e gimmo inver' lo mezzo / per un sentier ch'a una valle fiede, / che 'nfin là sù facea spiacer suo lezzo.

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 411-20, pag. 114.21: Né altrimenti ti posso dire del lezzo caprino, il quale tutta la corporea massa, quando dal caldo o da fatica incitata geme, spira...

[4] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 10, 133-136, pag. 293.39: cioè dalla proda della valle, facea spiacer suo lezzo; cioè sua puzza e lo lezzo che uscia del VII cerchio.

1.1 Gettare lezzo: emanare un odore ripugnante.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 14.23, pag. 11: sanza vederli, con sì gran ruina / gittar lezzo di becco / assai mi stia da stecco, / ché e' m'ucidon con puzzosa forza / portando l'unghie grandi come scorza.

2 Senso di ripugnanza suscitato da una condotta riprovevole.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 136.14, pag. 191: Già non fostù nudrita in piume al rezzo, / ma nuda al vento, et scalza fra gli stecchi: / or vivi sì ch'a Dio ne venga il lezzo.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 191.32, pag. 207: E tu, che se' pel ciel<o> vicario in terra, / non pensi che a lui ne vegna lezzo, / che per lo tuo difetto sente e vede / il popol suo cercar l'altrui merzede?