TROIATA s.f.

0.1 troiate.

0.2 Da troia.

0.3 Boccaccio, Decameron, c. 1370: 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N Cfr. Branca, Commento Decameron, p. 858: «Era propriamente il seguito di masnadieri che accompagnavano i signori di contado; negli Statuti fiorentini v'è tutto un capitolo De schimis et trojatis». Diversamente Quondam-Fiorilla-Alfano, Decameron, p. 1144, intendono «usciti dai porcili», come già Crusca (1) s.v. troiata («Quella quantità di porcelli che fa una Troia a un parto. Qui per la stalla d'essi»).

0.7 1 Insieme dei piccoli di maiale nati dallo stesso parto. Fig. Masnada, gruppo di canaglie?

0.8 Marco Maggiore 06.10.2017.

1 Insieme dei piccoli di maiale nati dallo stesso parto. Fig. Masnada, gruppo di canaglie? || Cfr. 0.6 N.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 8, pag. 485.20: che venutici di contado e usciti delle troiate vestiti di romagnuolo, con le calze a campanile e colla penna in culo, come egli hanno tre soldi, vogliono le figliuole de' gentili uomini e delle buone donne per moglie...