0.1 lucti, lucto, luctu, lug, lugio, lutti, lutto.
0.2 Lat. luctus (DELI 2 s.v. lutto).
0.3 Arrigo di Castiglia, 1267/68 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Arrigo di Castiglia, 1267/68 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); f Laude an. urbin., XIV/XV.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.
0.7 1 Sentimento di profonda afflizione causato da eventi molto gravi. 2 Manifestazione di tale sentimento attraverso pianti e lamenti. 2.1 Locuz. verb. Fare lutto: manifestare dolore attraverso pianti e lamenti. 2.2 Tornare in lutto: trasformarsi in pianto. 3 Estens. Male che è causa di profonda afflizione e di pianti e lamenti.
0.8 Luca Morlino 23.09.2015.
1 Sentimento di profonda afflizione causato da eventi molto gravi.
[1] Arrigo di Castiglia, 1267/68 (tosc.), 43, pag. 208: Alto giardin di loco siciliano, / tal giardinero t'à preso in condutto / che ci drà gioi' di ciò c'avei gran lutto / e gran corona chiede da romano.
[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 38, pag. 223.18: «Cinque cose sono ke domano lo populo: lice(n)tia, lucto, fame, battallia, (e) a fine la sua matteçça».
[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 416, pag. 71: Da lug e da tristitia mai no firó scampadha.
[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 35.38, pag. 125: Lor delettanza - sottratta en tormento, / reman lo talento - fraudato en tutto: / piacer reca lutto - al cor desensato.
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 419.3: Oimè! perchè si turba la città di tanto lutto?
[6] f Laude an. urbin., XIV/XV, O Fratello..., 60: Ciascuno dica el Pater Nostro - e pregamo Dio ch'el perdoni / che questo fratello nostro - che a lui non abandoni, / et però preghiamo tutti - santo Sebastiano ch'el cavi di lutti. || LirIO; non att. nel corpus da altra ed.
2 Manifestazione di tale sentimento attraverso pianti e lamenti.
[1] F Giamboni, Della miseria dell'uomo, a. 1292 (fior.): et havvi lutto e pianto e guai e stridori e terribili suoni. || Tassi, Giamboni, p. 123.
[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IX [Phars., IX, 19-54], pag. 163.11: Ma quelle navi portavano lutti e pianti, e mali da far muovere le lagrime del duro Catone.
[3] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 109, pag. 118: Della novella a Vignon fuor gran lutti, / quivi pensaro di mandar riparo / col cor dolglioso, e con gli occhie non sciutti.
[4] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 13.15, pag. 706: Sonetto fatto in riso e pianto e lutto, / a chi te legge non ti scovrir tutto.
- [In partic.:] lutto del morto: cordoglio funebre.
[5] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 11, pag. 94.1: «Lo lutto del morto è .vij. dì, ma del paçço (e) dell'empio è tutti li dì dela loro vita».
- Valle del lutto: lo stesso che valle di lacrime.
[6] f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.), Cap. I.24: Perché non fusse tra ' vizi distrutto, / alcuna volta gli mostrava el monte / delle vertù e lla valle del lutto. || LirIO; non att. nel corpus da altra ed.
- [In partic. come conseguenza della pena dei dannati dell'Inferno dantesco].
[7] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 8.37, vol. 1, pag. 131: «Con piangere e con lutto, / spirito maladetto, ti rimani; / ch'i' ti conosco, ancor sie lordo tutto».
- [Come glossa etimologica del Cocito, il lago ghiacciato dell'Inferno dantesco].
[8] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 8.26, pag. 68: Questo ghiaccio lo qual à nom Cocito / in lingua greca, è interpretato 'lucto' / da ciascun uom di saver redimito.
[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 276.34: Cocito, lutto e gemito.
[10] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 14, pag. 78.23: el quarto si è Cogiton, el quale è a dire lutto, el quale sopraviene al tristo incendio.
2.1 Locuz. verb. Fare lutto: manifestare dolore attraverso pianti e lamenti.
[1] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 70, pag. 255, col. 1: Ben vedi vero è tucto, / or piange forte et fa gran lucto / e giectati a confessione, / e fa ben l'amendascione / segondo che ài lo podere...
[2] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 230, par. 2, vol. 2, pag. 305.23: al tempo ke alcuno morerà overo se sepilerà overo ennante la sepultura overo puoie fare lucto overo pianto con lamento overo grido...
2.2 Tornare in lutto: trasformarsi in pianto.
[1] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 176.10: Se in cotanta tua vittoria e in cotanta tua fortuna non avessi cotanta pietade, quanta tu hai per te medesimo e per la tua buona natura, in acerbissimo pianto e lutto sarebbe tornata la tua vittoria.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.69, vol. 1, pag. 215: La meretrice che mai da l'ospizio / di Cesare non torse li occhi putti, / morte comune e de le corti vizio, / infiammò contra me li animi tutti; / e li 'nfiammati infiammar sì Augusto, / che ' lieti onor tornaro in tristi lutti.
[3] Cavalca, Rime (ed. Bottari), a. 1342 (pis.), Morendo Cristo, 12, pag. 455: Fugga lo gaudio van, che torna in lutto.
3 Estens. Male che è causa di profonda afflizione e di pianti e lamenti.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 34.36, vol. 1, pag. 587: S' el fu sì bel com' elli è ora brutto, / e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, / ben dee da lui procedere ogne lutto.
[2] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 34, 28-36., pag. 852.37: Ben dee da lui procedere ogni lutto; cioè ogni pianto e miseria.