MIRRARE v.

0.1 mirro.

0.2 Da mirra.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

N Le att. in Jacopo della Lana, Ottimo e Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Ungere di mirra. Fig. Conservare nel tempo; ricordare con onore.

0.8 Luca Morlino 01.09.2015.

1 Ungere di mirra. Fig. Conservare nel tempo; ricordare con onore.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.48, vol. 3, pag. 89: onde Torquato e Quinzio, che dal cirro / negletto fu nomato, i Deci e ' Fabi / ebber la fama che volontier mirro.

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 6, 43-54, pag. 138, col. 2.8: la fama, ch'io volenter mirro, çoè ungo de tal mirra che la conservarà per lo tempo futuro.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 134.16: O mirro, cioè onoro con fama odorifera, come si coronarono anticamente li poeti.

- [Per errata interpretazione, dovuta a confusione con mirare:] provare ammirazione.

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 43-54, pag. 187.24: la qual fama, volentier mirro; cioè miro, cioè lodo io Iustiniano; ma è scritto per due r per la consonanzia della rima.