QUATTO agg.

0.1 guatta, quatta, quatte, quatti, quatto.

0.2 Lat. coactus (DELI 2 s.v. quatto).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1 [3].

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

N Le occ. in Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.5 Locuz. e fras. quatto quatto 1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Piegato su se stesso in una posizione riparata. Estens. Che si sottrae alla vista; nascosto. 1.1 Estens. Che non parla né fa rumore; silente. 1.2 Estens. Lontano nello spazio; remoto. 1.3 Fig. Ben disposto, incline all'umiltà.

0.8 Luca Morlino 27.10.2015.

1 Piegato su se stesso in una posizione riparata. Estens. Che si sottrae alla vista; nascosto.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 49.58, pag. 833: io mi levai del luogo ov' era quatto / stato ad udire e a vedere, il giorno, / tanto di ben quanto fu patefatto.

[2] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 50.11, pag. 595: Per ciò che 'l mastro fin de le saiette / venuto è encontra me con furia grande, / e quatto poi ver me l' arco suo pande.

- Quatto quatto.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 21.89, vol. 1, pag. 355: E 'l duca mio a me: «O tu che siedi / tra li scheggion del ponte quatto quatto, / sicuramente omai a me ti riedi».

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 21, 88-96, pag. 553.37: O tu, che siedi Tra li scogli del ponte quatto quatto, Sicuramente omai a me tu riedi; cioè torna a me omai sicuramente.

1.1 Estens. Che non parla né fa rumore; silente.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 94, pag. 366.29: Allora Palamides se ne vae più cheto e più quatto ched egli puote.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 57, terz. 8, vol. 3, pag. 134: Nel detto tempo cavalcaron quatti / popolo, e Cavalier de' Fiorentini / nella Val d' Ambra, e niente fur matti...

1.2 Estens. Lontano nello spazio; remoto.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 23.19, pag. 401: Così, per quelle prode ascose e quatte, / popol bestiali e salvatichi stanno / e, 'n fra gli altri, i Sambari, genti matte.

1.3 Fig. Ben disposto, incline all'umiltà.

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 49.95, pag. 544: Per Dio, di me pietate / vi prenda, per mercé, di meve un poco. / Ritornatemi in gioco, / ch'io prenda ardir, ché sto ver' ciascun quatto.