0.1 len, lena, lene, leni, leno.
0.2 Lat. lenis (DELI 2 s.v. lenis). || Per la forma leno DELI 2 presuppone il lat. parl. *lenus.
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII.
0.7 1 Che non oppone resistenza, arrendevole. 1.1 Privo di forze; spossato. 2 Di intensità molto tenue; delicato, leggero (in partic. il soffio del vento, il corso di un fiume). 2.1 [Con rif. alla voce o a un suono:] dolce. 2.2 [Con rif. alla voce o a un suono:] fioco. 2.3 [Con rif. a una persona e alle sue azioni:] incline alla clemenza, ispirato da essa. 3 Che dà conforto; dolce, piacevole.
0.8 Luca Morlino 24.04.2015.
1 Che non oppone resistenza, arrendevole.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 28, pag. 355.16: Et anche Cato disse: sie fermo e leno quando 'l tempo o la cosa la domanda; però che 'l savio uomo muta custumi secondo 'l tempo, sanza peccato.
[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 58, pag. 289.6: Et anke Cato disse: «Sie fermo et leno qua(n)do lo tempo o la cosa il doma(n)da, p(er)ciò ke -l saviuomo muta costumi seco(n)do lo tempo sança peccato».
[3] Poes. an. urbin., XIII, 42.34, pag. 626: RemembriLi bene / ca 'l Nimico à spene / ne la creatura, / ke carn'à lene, / retrarela in pene, / in foco e 'nn ardura...
- Che si piega facilmente.
[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 153, pag. 157.34: Dixe Dyascorides che la cotula ha el peón molle over flexibelle e lene e le foie simele al fenoio.
[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 158.9: lo scudo squatrato e 'l chavallo istracchato e leno...
[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 13b.28, pag. 90: Però [colui] en cui è poderoza / aversitade, dé' a potense lene / metter, creando, vigor, e ssia 'ntento, / né ddé' sua vogl[i]a esser nighettoza...
2 Di intensità molto tenue; delicato, leggero (in partic. il soffio del vento, il corso di un fiume).
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.81, vol. 3, pag. 467: Come rimane splendido e sereno / l'emisperio de l'aere, quando soffia / Borea da quella guancia ond' è più leno, / per che si purga e risolve la roffia / che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride / con le bellezze d'ogne sua paroffia...
[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 34.13: Sperchio rapportante oppi, e lo non riposevole Enipeo, e Endano vecchio, e lo leno Anifisos e Eas...
[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 7, par. 1, pag. 213.18: e il florigero Zefiro sopravvenuto, col suo lene e pacifico soffiamento aveva le impetuose guerre di Borea poste in pace...
- [Con rif. al tasso alcolico del vino].
[5] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 92.3, pag. 210: In una ch'e danar mi dànno meno, / anco che pochi me n'entrano 'n mano, / son come vin, ch'è du' part'acqua, leno / e son più vil che non fu pro' Tristano.
[6] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 39, pag. 405.25: Altri latte e melle mischianti, a cciò che molto sieno leni, inmettono al mosto.
2.1 [Con rif. alla voce o a un suono:] dolce.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 2, pag. 269.9: E però dice «aspra» [[scil. la rima]] quanto al suono del dittato, che a tanta materia non conviene essere leno...
2.2 [Con rif. alla voce o a un suono:] fioco.
[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 71, pag. 81.2: E se la favella sarà in parlare di sollazzo e di giuoco, sì parlerà il dicitore con boce lena e tremante, e con un poco di riso, che non significhi molto, e guarderassi di ridere di soperchio.
2.3 [Con rif. a una persona e alle sue azioni:] incline alla clemenza, ispirato da essa.
[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 10.8, pag. 41: non siate scarso in sua guardia, né leno.
[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 26, pag. 330.29: Vinse la sentenza più lena, che donde nata fosse la colpa, quivi stesse la pena: il gastigamento alla moltitudine essere assai.
3 Che dà conforto; dolce, piacevole.
[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IX [Phars., IX, 619-658], pag. 177.29: Cerbero mosse i sufili a Orpheo per lo canto delle cose lene...
[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 13, pag. 711.6: Meritino gl' iddii sì alta fatica a te grazioso il quale sì accettevole il tuo verso hai porto ne' nostri orecchi, quale a' faticati si presta sopra le verdi erbe il leno sonno, o le chiare fontane e frigide agli assetati.
[3] Valerio Massimo, sec. red., c. 1346 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 451.4: Da piacevole e leno amore ad altrettanto onesto, ma alquanto più ardente e più infiammato verroe.