LAMPEGGIARE v.

0.1 lampeggia, lampeggiando, lampeggiar, lampeggiare, lampeggiasse, lampeggiava, lampegiando, lampegiar, lampezare, lanpeggiava.

0.2 Da lampo.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

In testi mediani e merid.: f Sinibaldo da Perugia, Fedra, XIV sm. (perug.).

N L'att. in Jacopo della Lana è una cit. dantesca.

0.7 1 Produrre lampi. 1.1 Sost. 1.2 Fig. [Rif. allo sguardo]. 2 Estens. Emanare luce; risplendere. 2.1 Estens. Far risplendere. 3 Sost. Fig. Manifestazione intensa di un'espressione o di un sentimento.

0.8 Luca Morlino 09.01.2015.

1 Produrre lampi.

[1] F Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. I, cap. 58: Di che subitamente cominciò a tuonare e lampeggiare il cielo a tal guisa, che tutti erano divenuti sordi e ciechi e assiderati dal freddo. || Pizzorno, Deche di T. Livio, vol. III, p. 82. Cfr. Liv. XXI, 58, 5: « Tum uero ingenti sono caelum strepere et inter horrendos fragores micare ignes». L'ed. inclusa nel corpus DiVo legge «Allora con grandissimo suono cominciò il cielo a tonare, e cominciarono intra gli orribili fragori a risplender fuochi»: cfr. Deca terza (B), L. I-II, XIV m. (tosc.), L. I, cap. 81, vol. 1, pag. 199.20.

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 21, 34-54, pag. 503.13: Nè corruscar; cioè lampeggiare e saettare appare più su...

1.1 Sost.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 207.8, pag. 254: Una spelonca v'è, dove mai lume / Nessun si vede, e sempre aure notturne / Tengono i buchi rugiadosi e molli, / Vento non v'è già mai che foglia crolli / Nè tuono o lampeggiar per l'aere fosco, / Nè voce d'uomo o d'animal vi s'ode.

[2] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 32, vol. 6, pag. 294.4: Il lampeggiare va inanzi alla gragnuola, e la grazia vae dinanzi al vergognarsi, e per la tua riverenza ti verrà buona grazia. || Cfr. Ecli 32.14: «Ante grandinem praeibit coruscatio...».

1.2 Fig. [Rif. allo sguardo].

[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 57.6, pag. 17: Ecco chi giugne nel fiorito prato, / vagando suo biltá come Narcisso, / non per vano piacer, ma piú beato / d' alcun che spenga fuoco ne l' abisso; / chiamar si fa Maria, di grande stato, / questa che corre lampeggiando fisso, / con l' alta chioma legando gli amanti / al ben servir con amorosi canti.

2 Estens. Emanare luce; risplendere.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 338.27: mi scuseràe, s'io non hoe trattato a pieno di quella croce ch'io vidi quivi, nella quale l'anime beate che morirono nel nome di Cristo in battaglia, rapresentavano Cristo medesimo; sì che parea ch'egli lampeggiasse in quella croce.

[2] Gesta Florentin. (ed. Santini), XIV pm. (fior.), pag. 124.8: E aparve in aria una Croce: lanpeggiava chome fusse di fuocho.

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 57.4, pag. 56: Qualor mi mena Amor dov' io vi veggia, / ch'assai di rado avvien, sì cara siete, / l' anima, piena d'amorosa sete, / come la luce vede, che lampeggia / da' bei vostri occhi...

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 14, 103-111, pag. 425.5: Che 'n quella Croce; cioè che era in Marte, lampeggiava; cioè risplendeva a modo d'uno lampo, Cristo...

- Fig.

[5] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Mortis a.86, pag. 304: A pena ebb' io queste parole ditte, / Ch' io vidi lampeggiar quel dolce riso / Ch' un sol fu già di mie vertuti afflitte.

2.1 Estens. Far risplendere.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 14.104, vol. 3, pag. 234: Qui vince la memoria mia lo 'ngegno; / ché quella croce lampeggiava Cristo, / sì ch'io non so trovare essempro degno...

3 Sost. Fig. Manifestazione intensa di un'espressione o di un sentimento.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 21.114, vol. 2, pag. 365: «Se tanto labore in bene assommi», / disse, «perché la tua faccia testeso / un lampeggiar di riso dimostrommi?».

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 2, pag. 83.22: Rinaldo, queste parole udendo e il lampeggiar degli occhi della donna veggendo, come colui che mentacatto non era, fattolesi incontro con le braccia aperte, disse...

[3] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 210.2, pag. 258: Vostra beltà, ch'al mondo appare un sole, / E 'l dolce lampeggiar del chiaro volto, / M'hanno dal mio cammin sì forte vòlto, / Che mi giova seguir quel che mi duole.

[4] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, XIV sm. (perug.), XVIII.34: e 'l suo lucido viso e 'l lampegiare / degli occhie serenissime e gioconde / fando el dì più de più lume radiare, / li crespi suoi capei, morbidi e bionde, / move un'aura placida e suave, / pregna d'odor de mille fiore e fronde. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[u.r. 05.07.2018]