LEDIRE v.

0.1 ledita, ledito; f: ledìa.

0.2 Da ledere, con metaplasmo di coniugazione (GDLI s.v. ledire). || Non risulta quanto sostenuto da Puoti, Sallustio, p. 247, n. 2: «Ledire è voce latina ed antica».

0.3 Albertano volg., 1275 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Albertano volg., 1275 (fior.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Procurare una lesione con un colpo; ferire. 2 Offendere qno nei suoi diritti.

0.8 Luca Morlino 02.12.2014.

1 Procurare una lesione con un colpo; ferire.

[1] f Brunetto Latini, Pro rege Deiotaro, a. 1294 (fior.), pag. 75.1: Ma nella tua vittoria nessuno è istato morto o ledito, se none sotto l'arme in battaglia. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2 Offendere qno nei suoi diritti.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 9, pag. 84.21: Et altrove: «Più misera cosa è nuocere ad altrui [ke essere d'altrui] ledito».

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 367, vol. 1, pag. 553.27: la quale in alcuno modo deroghi a la carta de la guarentigia, o vero per la quale la carta de la guarentigia potesse essere ledita...

[3] f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.), Cap. 64, pag. 247.19: essendo egli già dinanzi contra gli nobili, allora grande e feroce contrastava loro; e ora ciascheduno singolarmente, e ora tutti ledìa e turbava... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.