GAUDIARE v.

0.1 gaudiare; f: gaudiavano. cfr. (0.6 N) gaudiate.

0.2 Da gaudio.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Poes. an. tosc. or., XIV.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.6 N Di dubbia interpretazione il gaudiate di Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 60.29: «ècce un altro ciel velato: - acque chiare solidate. / Quattro venti move 'l mare, - che la mente fon turbare: / lo temere e lo sperare, - el dolere e 'l gaudiate», prob. un imp. di 2a plur. sost. Si tratta di una «lezione di Ang L; gli altri mss. gaudiare» (Mancini, Iacopone. Laude, p. 743), indotta dalla rima, che è stata intesa come part. passato sost. da Ageno e come s.m. plur. da Mancini.

L'es. in Giordano da Pisa, cit. a partire da Crusca (4) e passato a TB e a GDLI, potrebbe essere un falso del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 88-90.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Provare o manifestare un sentimento di profonda gioia. 1.1 Sost.

0.8 Maria Fortunato 14.10.2015.

1 Provare o manifestare un sentimento di profonda gioia.

[1] f Giordano da Pisa, Prediche (Redi): In quel grande gaudio universale gaudiavano di vera maniera. || Crusca (4) s.v. gaudiare.

1.1 Sost.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 36.62, pag. 130: Puoie che tu si ornata, alma, de temperanza, / li confessuri e vergene te fo granne envitanza: / «Vien con nui, bellissema, a nostra congreganza, / che gusti l'abondanza - del nostro gaudiare».

[2] Poes. an. tosc. or., XIV, [56].14, pag. 59: «I' cant'e rid'e godo / di lagrime la faccia / bangno sol per languire. / Et ball'e poi me rodo / non me par ch'a te piaccia, / or che vol questo dire? / Dilme dolce 'l mi' Scire / pieno di cortesia / come melenconia / sta 'n tal gaudiare».