GÓCCIOLO s.m.

0.1 gocciol, goccioli, gocciolo, gocciol, gociolo.

0.2 Da goccia.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Lo stesso che gocciola. 1.1 Quantità minima di una bevanda.

0.8 Zeno Verlato 25.05.2016.

1 Lo stesso che gocciola.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 8, pag. 226.20: La terra nera genera cotali goccioli di vena raccolti delle piove del verno...

1.1 Quantità minima di una bevanda.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.63, vol. 1, pag. 514: io ebbi, vivo, assai di quel ch'i' volli, / e ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 30, pag. 445.3: Qui vol dire che esso fo rico al mondo, e mo esso ha l'arsura de la sete nel corpo e non pò avere un gociolo d'aqua.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 58-69, pag. 770.29: Et ora, lasso; cioè affannato dalla infermità e dalla pena! un gocciol d'acqua bramo; questo dice, perché desiderava di bere come fanno li idropici, e non avea onde.