SCOCCARE v.

0.1 schocca, schocha, schochi, scoca, scocca, scoccano, scoccar, scoccare, scoccaro, scoccata, scoccato, scoccavano, scocchar, scocche, scoccherà , scocchi, scocco, scoccò, scochi; f: escocca.

0.2 Da cocca 1.

0.3 Fiore, XIII u.q. (fior.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); F Felice da Massa Marittima, Fanciullezza di Gesù, a. 1386 (sen.); Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Manfredino, a. 1328 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.7 1 [Rif. all'arco:] distendere e rilasciare di scatto (per il lancio della freccia). 1.1 [Rif. alla molla di una trappola:] scattare. 1.2 Fig. [Seguito da una proposizione infinitiva:] disporsi (a fare qsa). 2 [Rif. all'arco o a chi lo maneggia:] lanciare (una freccia). Anche in contesto fig. 2.1 Fig. [Rif. alla parola:] lasciar uscire; dire. 2.2 Mettere a segno un colpo e danneggiare. 3 [Rif. a persone:] scattare e andarsene, uscire da un luogo chiuso (anche pron.). 4 [Rif. al meccanismo dell'orologio:] battere (per segnare lo scorrere del tempo). 4.1 [Rif. ad una scadenza temporale:] sopraggiungere.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 01.09.2015.

1 [Rif. all'arco:] distendere e rilasciare di scatto (per il lancio della freccia).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 31.16, vol. 2, pag. 532: Come balestro frange, quando scocca / da troppa tesa, la sua corda e l'arco, / e con men foga l'asta il segno tocca, / sì scoppia' io sottesso grave carco...

[2] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 11.3, pag. 21: Or ve apressate, lagrime e sospiri, / e usciti fuor per gli ochi e per la boca, / e tu, vil corpo, avanti ch'il si scoca / l'arco di Dio, refrena i tuo desiri...

[3] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 89, pag. 717.8: mai da' nimici no· ffu tentato, tutto che lle frecce delli arcieri inghilesi che scendieno sopra l'altra brigata sembrassono gragnuola. Della porta e antiporta e mura scoccavano balestra, e a tornio e a staffa, che 'l tuono de· romore più tosto crescieno che facessono danno.

[4] Poes. an. fior., a. 1373, 14, pag. 137: Che debb'io far per piú mia triegua o pace: / o seguir lei o gir retro fugendo? / Dilm<i> anzi che la iniqua l'arco scocchi.

[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 31, 13-21, pag. 758.17: Come balestro frange; cioè rompe, quando scocca Per troppa tesa; cioè che scocca per sè, che non può sostenere la sua tesa, la sua corda e l'arco; et a questo modo scocca, cioè rompendo...

[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 127, S. Adriano, vol. 3, pag. 1132.4: Come se' tu piagato, non essendo ancora scoccato il balestro?

[7] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 62.6, pag. 420: Come saetta, po' che l'arco scocca, / da lor disparve 'l buon Iesù sincero, / avendo pien lor santo desidero.

- Estens. [Rif. ad una macchina da guerra:] lanciare il proiettile.

[8] F Istorie pistolesi, XIV (tosc.): Assalirono lo campo del re di Francia virilmente, facendo scoccare tutte le bombarde a uno tratto. || Biscioni, p. 397.

1.1 [Rif. alla molla di una trappola:] scattare.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 35, vol. 3, pag. 242.31: Anche si pigliano con un'asse levata e sostenuta da un piccol fuscello, pigliando l'esca, scocca l'asse e muore il topo.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 145, pag. 328.16: veggendo loro porre innanzi tanta tonnina che non arebbe scoccata la trappola, si volge a loro e dice: - Messer li collaterali, mettetevi gli occhiali che vi parrà due cotanti.

1.2 Fig. [Seguito da una proposizione infinitiva:] disporsi (a fare qsa).

[1] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), canz . 13.49, pag. 49: Ad questo effecto son tucto disposto, / con aspectar s'a ccomandare scocca / la vostra bella bocca; / non farò come que' ch'ad altro intende, / ma come gli animal che vanno tosto, / come stral pinto da suo propria cocca...

2 [Rif. all'arco o a chi lo maneggia:] lanciare (una freccia). Anche in contesto fig.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 1.126, vol. 3, pag. 16: e ora lì, come a sito decreto, / cen porta la virtù di quella corda / che ciò che scocca drizza in segno lieto.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 13-18, pag. 236, col. 1.3: Corda non pinse mai. Qui mostra la velocità del corso de Flegiàs, dando per exempio che corda d'arco non scoccò mai cossí saetta...

[3] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.9.2, pag. 174: Le tagliente saiette mi fan rendre, / le quale scoc[c]a tu' aspra balestra, / e sì la fili per ogne finestra / ch'io non posso ver' te mio arco tendre...

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 8.27, pag. 24: Or di qui movo in vèr levante i passi, / dritto com'arco stral, ch'al segno scocca.

[5] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 35 [Antonio da Ferrara].74, pag. 75: maladecta la Morte che non schocca / l'ultimo stral<e> di sua possente [c]occa / tra mia indurata mente / desperata e dolente...

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 87.1, pag. 120: Sì tosto come aven che l'arco scocchi, / buon sagittario di lontan discerne / qual colpo è da sprezzare...

[7] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 55a.14, pag. 324: che no vi paia grave o vile incarco / di fare in questo chiara la mia luce, / che con cieco parlar no scochi l'arco.

[8] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 69.5: Or par che sopra me per gratia scocchi / l'arco divino, che non zetta in fallo, / accoppellando a guisa de metallo / mio cor meschiato con mortali stochi...

- Sost. Atto del lanciare.

[9] Fiore, XIII u.q. (fior.), 225.6, pag. 452: Imantenente l'arco su' sì tende, / E poi prende il brandone e sì l'ac[c]ende; / Sì no· lle parve pena lo scoc[c]are, / E per la balestriera il fe' volare, / Sì che 'l castel ma' più non si difende.

2.1 Fig. [Rif. alla parola:] lasciar uscire; dire.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 51.12, pag. 104: Ma quel normando incontanente scoc[c]a / Ciò ched e' sa, ed in piaz[z]a ed esa santo, / E contruova di sé e mette in coc[c]a».

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 25.96, vol. 1, pag. 427: Taccia Lucano omai là dov' e' tocca / del misero Sabello e di Nasidio, / e attenda a udir quel ch'or si scocca.

[3] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 339.14: Ma da udire è, e da dire, quello che ora si scoccherà . Della fame che fu in Barletta di giugno MCCCXXVIIIJ.

[4] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 440.3, pag. 340: Girafon tai parole vêr lui scocca: / - O Attalante, sempre il mio consiglio / fia apparecchiato a quel che la tua bocca / comanderá...

[5] Poes. an. perug.>tosc., XIV pm., 39b.4, vol. 1, pag. 210: Tacer vorrei, ma pur conven ch'io sbocchi, / ch'io dir non so, come si vede chiaro; / ma sí el tuo stilo e tema mi sforzaro / che pur bisogna che la lingua scocchi.

[6] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 25.20, pag. 65: Ma quelle, che si dicon per diletto, / Per abbellir suo favole o novelle, / Non son vietate, nè è gran difetto. / Nè anche son vietate tutte quelle, / Che, per fuggir suo danno, l'uomo scocca, / Sanza dannificare alcun con elle.

[7] F Felice da Massa Marittima, Fanciullezza di Gesù, a. 1386 (sen.), 415: Tace Iesù che di parlar è norma / e lo 'nfinito preme la suo bocca; / tace la sapïente e alta forma / e solo una parola non escocca... || Varanini, Cantari, p. 296.

[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 25, 94-102, pag. 653.37: Et attenda a udir; cioè Lucano, quel, ch'or si scocca; cioè si narra per me Dante in quell'avvicendevole permutazione ch'io qui fingo...

2.2 Mettere a segno un colpo e danneggiare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 6.130, vol. 2, pag. 101: Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca / per non venir sanza consiglio a l'arco...

[2] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 6.43, pag. 62: Ma quando scocca lo colpo maligno / de l'arco de la coda venenosa, / allor si sa chi à letto a Foligno.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 282.3, pag. 184: plu volte occurre che fùlgore schocha / e dove percuothe onni creato sperçe.

[4] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 31.16, pag. 747: Ciascun si guardi ben, a cui ciò tocca, / ché Morte ha teso l' arco e spesso scocca.

[5] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 18.14, pag. 711: Parlano molti che tacer non sanno, / dannando sì colle lor sceme bocche, / che spesse fiade receono 'l malanno. / Or fa che quisto vizio non ti tocche; / molte receono di lor parlar danno: / ora pensa oggema', innanti che scocche.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 24.53, pag. 405: L'istrice truovi in questi luoghi spersi / sì grande e duro, che, ove lo spin getta, / verretta par che dal balestro versi. / Però, quando è cacciato e messo a stretta, / sì forte scocca i colpi e li spesseggia, / che mal ne sta qualunque can l'aspetta.

[7] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 82, pag. 268: Inseme, con brevissimo intervallo, / Tutti avemo a cercar altri paesi. / Non fate contra 'l vero al core un callo, / Come sete usi; ançi volgete gli occhi, / Mentre emendar si pote il vostro fallo. / Non aspettate che la morte scocchi, / Come fa la più parte (chè, per certo, / Infinita è la schiera degli sciocchi).

3 [Rif. a persone:] scattare e andarsene, uscire da un luogo chiuso (anche pron.).

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 417, pag. 97: Tucti scoccaro insemi, cavaleri et pedoni; / Ad casa de Mattarone gerono como leoni.

[2] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 222, pag. 16: A noia m' è che messer di brighatta / facia condanagion tantto vilane / ch' alchun si schochi, ond' ela sia turbata.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 78, terz. 9, vol. 4, pag. 35: E qualunqu' era persona sì sciocca, / che d' altra parte uscisse fuor del cerchio, / com' egli avvien, ch' alcun di schiera scocca, / subito del padul facíe coperchio, / e s' egli uscisse, donde intrato v'era, / di subito era morto dal soperchio.

[4] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 6, 127-151, pag. 141.3: e tardi: cioè malagevilmente, o non mai, scocca; cioè esce, come lo strallo, o vero il verettone del balestro a essa iustizia fuor de la bocca loro...

4 [Rif. al meccanismo dell'orologio:] battere (per segnare lo scorrere del tempo).

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 10, 133-148, pag. 248, col. 2.15: Nell'ora che la sposa; çoè nell'ora che la santa Chiesa offitia, e nota non pur dal mattino, mo a tutte le altre ore dove sona e scocca l'arloglio.

4.1 [Rif. ad una scadenza temporale:] sopraggiungere.

[1] f Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.): Tosto l'ultimo dì convien che scocchi ! || GDLI s.v. scoccare.