FOCE s.f.

0.1 foce, foci, focie, folccie, fossie, fuce, fuchi, fuci.

0.2 Lat. faux, faucem (DELI 2 s.v. foce).

0.3 Doc. sen., 1277-82: 1.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. sen., 1277-82; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Lett. pist., 1320-22; Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Stat. pis., 1322-51; Gloss. lat.-aret., XIV m.; Doc. cors., XIV.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Doc. castell., 1361-87; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N La forma fossie in Buccio d'Aldobr., XIV ui.di. (tosc./orviet.), 25, pag. 437 (v. 3 [1]), in rima con cossie (prob. 'cuce'), è di interpretazione grafo-fonetica incerta: si accoglie la proposta di Contini, PD, vol. II, p. 437: «fossie (che varrà fo(s)ce [[...]]): "fauci"». Sembra in tutti i casi arbitraria la ricostruzione di un sing. fossia s.f. che figura come entrata nel GDLI.

0.7 1 Punto in cui un corso d'acqua si immette in mare, in un lago o in un altro corso d'acqua. [In partic.:] tratto terminale di un fiume. 1.1 Punto di accesso o di uscita da un tratto d'acqua percorribile dalle imbarcazioni. Estens. Porto (anche in contesti fig. e con valore metaf.). 1.2 Punto in cui due masse d'acqua si congiungono. 1.3 Estens. Massa d'acqua che si riversa in un punto. 1.4 Estens. Punto nel tempo o nello spazio in cui qsa finisce. 2 Punto d'accesso o d'uscita in o da un luogo. 2.1 Fig. Condizione dolorosa e miserevole (come esito di un processo). 2.2 [Astr.] Fig. Punto dell'orizzonte da cui sorge un astro. 3 [Anat.] Canale retrostante la bocca attraverso il quale l'aria giunge ai polmoni. 3.1 [Anat.] Plur. Lo stesso che fauci. 3.2 Estens. Parte più interna? 4 Strettoia fra due pareti rocciose.

0.8 Marco Maggiore 21.09.2016.

1 Punto in cui un corso d'acqua si immette in mare, in un lago o in un altro corso d'acqua. [In partic.:] tratto terminale di un fiume.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 482.15: Ancho XVIII sol. et II den. nel dì i quali demo a Lucio Froderigi per mendo d' uno ispontone et d' uno chapello che perdeo a la focie de la Magra.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 14, pag. 392.5: Pompeio fuggendo nella foce del fiume Peneo, in una nave d' incarico fuggio in Asia...

[3] Lett. pist., 1320-22, 14, pag. 59.24: E già ci n'à in prigione di loro piuo CL, che sono istatti pressi sun una ghalea che vene in folccie d'Arno, e in sun una che ruppe presso a Porto Pisano, sìe che la guerra fie co' loro.

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 72-90, pag. 777, col. 2.2: La Cavrara e la Gorgona ... queste sono doe ysolette poco fora dell'istaria de Pixa le qua' ymagina l'A. che dovraveno venire in quelle foci dove quel fiume ch'è appellado Arno mette 'l co' im mare...

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 8, vol. 2, pag. 217.21: muntau ad una barca di lu flumi et vinni a la fuci di lu mari Adriaticu con gran fortuna di mari et di venti...

[6] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 95, pag. 189.10: Evandro [[...]] capitò alla foce del Tevere e venendo suso per lo Tevere capitò in quel loco, ove è oggi Roma...

[7] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), son. 21.8, pag. 72: Così suol farsi lo feroce drago / alla foce del lago, / o dove più si par suo violenta...

[8] Stat. pis., 1322-51, cap. 4, pag. 467.3: Et ciascuna barcha, piatta et legno della cità di Pisa [[...]] sia tenuto et debia, quando interrà in della foce d'Arno, portare insegna vermiglia...

[9] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 291.14: hec faus, cis, la foce...

[10] Doc. castell., 1361-87, pag. 223.33: Ite(m) co(n)fessocce Maffeo, a(n)no Mccclxxij del mes(e) d(e) dice(n)br(e) p(re)s(ente) Seg(n)orello (e) più altri ala foce de Tubiana li d(i)c(t)i xxv mine d(e) gra(n)o e la valuta da(r)me el più vaccio ch'elli podeva.

[11] Doc. cors., XIV, 2, pag. 195.17: Et illi boni homines de Barbaio afianeverunt lignum I a la foce a la Farinolle et feceno se dare per fidanza I libram de pepe.

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 16, pag. 140.24: Voitano li marinari suoi artificii e ignegni. Daco la voita per entrare la foce de Tevere.

1.1 Punto di accesso o di uscita da un tratto d'acqua percorribile dalle imbarcazioni. Estens. Porto (anche in contesti fig. e con valore metaf.).

[1] a Compasso da navegare (ed. Debanne), 1296 (it.sett./mediano), pag. 47.25: De lo capo de Linaro a ra foce de Roma lx mil(lara) p(er) sirocco ver lo levante. La foce de Roma è bona a lenno soctile.

[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 13.7, pag. 492: ché spent'ài la chiara luce / che splendea, ora no luce; / [e] di belleze era porto e foce, / e d'adorneze l'angelica boce.

[3] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 38.78, vol. 1, pag. 262: O lucerna, sole et luce, / tu ne governa e ne conduce: / sì sia nostro porto et foce / ora, sempre et tutte l'ore.

[4] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 27, pag. 150.18: unu munasteriu lu qualj era jn una chitati ki si chama Hostia - e kista chitati è a la fuchi di Ruma...

[5] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 13, 130-142, pag. 314, col. 1.3: E legno vidi, çoè navilio. All' entrar della foce, çoè del porto.

[6] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 3, pag. 175.3: e dove per usanza l'acque dolci mettono in mare, ora il mare in quelle mette. E non solamente pure in una parte dell'Isola, ma in tutte dove la 'nsalata colla dolcie combatte, le foci per lo paese montano per contrario corso...

[7] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. X [Phars., X, 467-546], pag. 202.10: ella tolse l'entrate e la foce al nemicho; Cesare lasciò l'entrate libere agli aiuti e lasciò libere l'uscia del mare.

[8] Doc. fior., 1348-50, pag. 116.25: li fior. due d'oro dissono furono per nolo fino a Pisa, e li s. X d. VIII piccioli per recatura la detta balla da focie e metterla a la porta e scioglierla a la porta e rilegarla e portarla a casa...

[9] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 5, cap. 11, pag. 28.38: [[la ossidione]] non era assai efficace, perciò che la rocca e quelli che la teneano, essendo essa quasi in isola posta soprastante alla foce del porto, avevano il mare libero...

1.2 Punto in cui due masse d'acqua si congiungono.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 26.107, vol. 1, pag. 447: Io e ' compagni eravam vecchi e tardi / quando venimmo a quella foce stretta / dov' Ercule segnò li suoi riguardi / acciò che l'uom più oltre non si metta...

1.3 Estens. Massa d'acqua che si riversa in un punto.

[1] A. Pucci, Novello serm., p. 1333 (fior.), 113, pag. 22: E 'l mur de' frati fu poi il sicondo, / che in più parte l' acqua il mise a fondo [[...]]. / [E gli] [fra]ti, veggendo sì gran foce, / [co]minciàro a gridare ad alta boce...

1.4 Estens. Punto nel tempo o nello spazio in cui qsa finisce.

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 7 (S).18, pag. 53: Ciascun gridava ad alta voce / contra 'l mio figlio del mondo luce; / a llui sì fecer portare la croce, / fin alla foce - non fen posança.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 1.1, pag. 89: Qui son de' miei figliuoi giunta a la foce; / qui Cesare m'aspetta e qui mi chiama / con la sua grande e magnanima voce.

2 Punto d'accesso o d'uscita in o da un luogo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 23.129, vol. 1, pag. 395: Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci / s'a la man destra giace alcuna foce / onde noi amendue possiamo uscirci...

[2] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 7, pag. 96.9: volglio che noie andiamo a la caccia nel piano de quattro focie.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 7, cap. 18, pag. 226.24: E comandò a due coorti, che l'una tenesse la foce della valle, per la quale il fiume correva...

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 3.75, pag. 11: Indi mi trasse al sasso de la croce / e gli occhi sporticando, il cammin mio / mi divisò di una in altra foce.

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 91, terz. 19, vol. 4, pag. 179: Firenze è dentro tutta lastricata, / e fra l' altre ha due vie, che stanno in croce [[...]]. / L' una si muove alla Porta alla Croce, / ch' è dal Levante, e poi verso 'l Ponente / alla Porta del Prato è l' altra foce.

- [Con rif. ai punti d'accesso ai cerchi dell'inferno o alle cornici del purgatorio].

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 12.112, vol. 2, pag. 205: Ahi quanto son diverse quelle foci / da l'infernali! ché quivi per canti / s'entra, e là giù per lamenti feroci.

[7] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 4, ott. 11.8, pag. 356: coniugni me, col tuo colpo feroce, / co' miei passati nella infernal foce». || Se non vale 'condizione dolorosa' (v. 2.1).

2.1 Fig. Condizione dolorosa e miserevole (come esito di un processo).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 51.45, pag. 204: «Vendeca nostra eniuria, alta divina luce; / aguarda a lo naufragio che patem 'n esta fuce: / si tu non ne se' duce, - perim 'n esta contrata».

[2] Poes. an. sic., 1354 (?), 171, pag. 29: O lumi di omni luchi, - ki illuminar non cessi, / audi sti nostri vuchi - intra mi quistu dissi, - / levani di sta fuchi - et peni tantu spissi, / a ti constanti induchi - li nostri animi fissi.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 20, terz. 25, vol. 1, pag. 227: Concilio a piena voce / scomunicò gli usurai tutti quanti, / che 'n palese venissero a tal foce...

2.2 [Astr.] Fig. Punto dell'orizzonte da cui sorge un astro. || Att. solo in Dante e nei commentatori della Commedia.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 1.37, vol. 3, pag. 7: Surge ai mortali per diverse foci / la lucerna del mondo; ma da quella / che quattro cerchi giugne con tre croci, / con miglior corso e con migliore stella / esce congiunta...

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 1, 37-48, pag. 11, col. 2.4: La lucerna, çoè 'l sole. Che quatro cerchi, çoè la foce equinociale...

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 1, 37-48, pag. 18.30: chi ben ragguarda vede che la foce, che è allato all'Equatore, può essere quando lo Sole è all'uscita di Pisces et a l'entrata d'Aries...

3 [Anat.] Canale retrostante la bocca attraverso il quale l'aria giunge ai polmoni.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 35.50, vol. 1, pag. 245: Vienne, cor mio, andiamone a la croce: / sospira e piange et lassa sì grande boce / ke fenda el polmone enfine a la foce, / e transmortisse.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 17, pag. 73.23: e quel mele diventa sì medicinale, che fatto beveraggio di quello, sana l'arterie, e la foce della gola dentro.

3.1 [Anat.] Plur. Lo stesso che fauci.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 4, pag. 9.11: se le foci della gola sono dilicate, e se 'l capo è secco, e sano il polmone, e 'l petto...

[2] ? Buccio d'Aldobr., XIV ui.di. (tosc./orviet.), 25, pag. 437: e poi, apresso le dolenti grotte / de l'ampio naso, mostra pur le fossie / coi denti radi e lunghi; / i labri ha curti: par che se rag[g]iu[n]ghi, / sì l'una gota co l'altra se cossie... || Cfr. 0.6 N.

3.2 Estens. Parte più interna?

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 1.171, pag. 8: fra l'altre donne è benedecta, / et benedecto è il frutto ch'è in la foce / del ventre suo...

4 Strettoia fra due pareti rocciose.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 28, pag. 485.2: e però non passarono ritornando sotto uno luogo detto la Focara, ch'è tra Cattolica e Pesero, dove è una foce d'impetuosi venti, li quali molto sono temuti da' navicanti...

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 8, cap. 5, pag. 292.16: I Beozii e gl' interiori popoli di Grecia il salto di Termopile, dove strette foci ristringono la via, con fossa e con isteccato chiudersi dagli Etoli nunziavano...

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 15.29, pag. 226: Ad Eolo re è Strongile sacrata, / per li gran venti ch'escon de la foce, / mortali e fieri alcuna fiata.